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La ricerca di un principio: dalle origini alla scuola di Mileto

3. La scuola Ionica

3.1. Talete

Chi per primo indaga la natura (physys) con l’intento di dirne ciò che è necessario (ananke), ovvero verità (aletheia: verità non-nascosta) è, secondo la tradizione, Talete. Contemplare la physys, con Talete, poiché essa è il tutto, significa non guardarla dall’esterno ma penetrare dentro se stessi per cogliere i principi dell’universo. Da qui la massima a lui spesso attribuita (ma a volte attribuita a Socrate) del “conosci te stesso”. Le verità che valgono per la natura, infatti, valgono anche per il soggetto che la osserva.

Tradizionalmente affermiamo che il principio ultimo (arché) su cui si fonda la realtà è l’acqua. Deduciamo questo da alcuni frammenti come questo:

Talete, iniziatore di questo tipo di filosofia, dice che quel principio è l’acqua (per questo afferma anche che la Terra galleggia sull’acqua), desumendo indubbiamente questa sua convinzione dalla constatazione che il nutrimento di tutte le cose è umido, e che perfino il caldo si genera dall’umido e vive nell’umido. (Aristotele, Metafisica, 983b).

Oggi si tende a pensare che questa idea del principio identificato con l’acqua, in Talete, sia stata una forzatura dello stesso Aristotele, ma ciò non toglie che Talete è stato il primo che si è posto la questione metafisica del principio di tutte le cose.