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La Rivoluzione Russa

3. 1917: le due rivoluzioni

La rivoluzione di febbraio

La Russia fu tra i paesi che pagarono il prezzo più alto della guerra di trincea della Prima Guerra Mondiale. In tre anni di conflitto persero circa 6 milioni di soldati, che per la maggioranza erano contadini strappati alla terra. 

Dopo l'inverno 1916/17 si verificò una grave carestia e nel febbraio 1917 a Pietrogrado scoppiarono numerose rivolte che lo Zar tentò di reprimere con l'esercito che però prese le difese dei rivoltosi. Lo Zar fu costretto ad abdicare e cessò l'impero degli zar.

Le poche forze liberali del paese formarono un governo provvisorio con lo scopo di trasformare la Russia in una monarchia liberale e di continuare la sua partecipazione nella guerra.

Nelle città però il popolo si riunì nuovamente nei soviet che voleva invece subito la pace.

La rivoluzione di ottobre
In Aprile, di ritorno dalla Svizzera, Lenin pronuncio le famose Tesi di Aprile ("Tutto il potere ai Soviet") e approfittando di un momento di debolezza del governo liberale guidato da Kerenskij, aiutò per impedire un colpo di Stato organizzato dal generale zarista Kornilov, e durante la notte tra il 6 e il 7 novembre, guidò la rivoluzione di ottobre sostituendo al governo liberale un governo rivoluzionario.

Le prime iniziative di questo governo fu: una pace immediata, la confisca della grande proprietà fondiaria e il controllo degli operai della produzione industriale (tramite i soviet).

La pace fu ottenuta con l'accordo di Brest-Litovsk e per la Russia fu un grande sacrificio in termini di terre cedute alla Germania ma fu considerata necessario per il raggiungimento della pace e la possibilità di realizzare in Russia la Rivoluzione.

Il 19 gennaio 1918 Lenin instaurò la cosiddetta Dittatura del proletariato, cioè il potere assoluto del Partito Bolscevico che poi si chiamerà Partito Comunista dell'Unione Sovietica.