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La Rivoluzione Russa

7. Stalin

Nel 1924 Lenin muore dando vita a una dura lotta tra i suoi successori.

I due successori più accreditati furono Trotzkij e Stalin.

Il primo era più amato dal popolo, se non altro per essere riuscito a sconfiggere l'armata bianca durante la guerra civile con la sua arata rossa, ma il segretario del partito diventò Stalin.

Tra i due vi era forte contrasto di idee, soprattutto sul come condurre la Terza Internazionale.

Trotzkij riteneva che l'internazionale doveva servire a realizzare una sorta di rivoluzione permanente anche all'interno dei paesi capitalisti, perché a suo avviso il comunismo non può realizzarsi se non si realizza in tutti i paesi.

Stalin invece era per "un socialismo in solo paese" e cioè per rafforzare il comunismo sovietico. Indubbiamente questa soluzione fu ritenuta più realistica, anche perché le attese rivoluzioni comuniste nei paesi a capitalismo avanzato, come Trotzkij si aspettava, non si realizzarono.

Con la vittoria di Stalin, Trotzkij fu prima messo fuori dal partito poi costretto all'esilio finché fu ucciso in Messico, nel 1940, per ordine di Stalin, dopo che ebbe proclamato la Quarta Internazionale.

Ottenuto il potere Stalin creò in Russia una vera e propria dittatura personale che lo portò a eliminare tutti i nemici interni che potessero ostacolare l'accrescimento del suo potere personale.