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1943-1945. L'Italia e la fine della Guerra

3. Il CLN

Intanto i partiti antifascisti, messi a tacere da Mussolini, avevano ripreso l'attività politica dando vita al Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). Vi aderirono:

  • Il Partito Comunista
  • Il Partito Socialista
  • Il Partito d'Azione
  • I Democratici Cristiani
  • Il Partito Liberale
  • Il Partito Repubblicano

I capi della resistenza erano Parri del Partito d'Azione, il comunista Longo e il generale Cadorna. Non era facile mettere d'accordo punti di vista così diversi sul futuro da dare all'Italia in caso di vittoria sul fascismo. Bisognava inoltre fare i conti con gli Anglo-Americani che non volevano nessun cambiamento radicale della situazione socio-politica.

La questione che più divideva era la sopravvivenza della monarchia: se considerarla colpevole come il fascismo e quindi eliminarla a favore di una Repubblica, oppure mantenerla.

La svolta fu a Salerno quando nel maggio del 1944 giunse Togliatti, leader dei comunisti italiani e del Komintern, che disse che la scelta tra monarchia e repubblica sarebbe stato decisa dal popolo con un referendum alla fine della guerra e che ora bisognava solo combattere il fascismo.

Intanto il Re Vittorio Emanuele III abdicava in favore del figlio Umberto II e il governo provvisorio fu affidato al vecchio Bonomi, ex socialista moderato.