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Le Fonti

4. Il Concordato di Worms

Accordo raggiunto nel 1122 dall'Imperatore Enrico V e il Papa Callisto V su come nominare vescovi e conti.

Il Privilegio dell'Imperatore

In nome della Santa e Unica Trinità, io Enrico, augusto Imperatore dei Romani per grazia di Dio, [...] concedo a Dio, ai Suoi apostoli Pietro e Paolo e alla Chiesa cattolica santa tutte le nomine (ecclesiastiche) per mezzo dell'anello e del bastone pastorale; Concedo inoltre che in tutte le chiese, che sono sotto il mio impero o il mio regno, possono avvenire delle scelte ecclesiastiche canoniche e una libera consacrazione. I possedimenti ed i diritti del beato Pietro, che fin dal sorgere di questa discordia ad oggi, vale a dire dal tempo di mio padre al mio, gli furono sottratti, e che ancora oggi posseggo, li restituisco alla Santa Romana Chiesa; quelli che al contrario non sono in mio possesso, farò comunque in modo che gli vengano restituiti. Restituirò inoltre su consiglio dei miei principi o per senso di giustizia i possedimenti di tutte le altre chiese, dei principi e di quanti altri, chierici e laici, che in questo scontro (lotta per le investiture) furono perduti e che ancor oggi sono in mio possesso; quelli che invece non sono in mio possesso farò comunque in modo che Gli vengano restituiti. [...]

Il Privilegio del Pontefice

Io, Callisto vescovo, servo dei servi di Dio, concedo a te, diletto figlio Enrico, per grazia di Dio augusto imperatore dei Romani, che abbian luogo alla tua presenza, senza simonia e senza alcuna violenza, le elezioni dei vescovi e degli abati di Germania che spettino al regno; sì che se sorga qualche ragione di discordia tra le parti, secondo il consiglio e il parere del metropolita e dei comprovinciali tu dia consenso ed aiuto alla parte più sana. L'eletto riceva da te le regalie per mezzo dello scettro e per esse esegua secondo giustizia i suoi doveri verso di te. Colui che è consacrato nelle altre regioni dell'Impero invece riceva da te le regalie entro sei mesi, per mezzo dello scettro, e per esse esegua secondo giustizia i suoi doveri verso di te, salve restando tutte le prerogative riconosciute alla Chiesa Romana. Secondo il dovere del mio ufficio, ti darò aiuto in ciò di cui tu mi farai lagnanza e in cui mi chiederai soccorso. Assicuro una pace sincera, a te e a tutti coloro che sono o sono stati del tuo partito durante questa discordia.