La critica del giudizio
1. Giudizi determinanti e riflettenti
Kant analizzando i due usi della ragione teoretico e pratico che essa, la ragione, ha a che fare con due mondi inconciliabili: da una parte il mondo fenomenico che obbedisce a legge universali e necessarie (seppure poste dall'Io Penso) e dall'altra il mondo della libertà garanzia della volontà e della legge morale.
Nella terza critica Kant ha tentato di conciliare i due mondi e di farlo criticando e analizzando la facoltà del giudizio scoprendo che i giudizi non sono solo di tipo conoscitivo, come i giudizi analizzati nella Critica della Ragion Pure Teoretica.
I giudizi posso essere infatti divisi in
- Determinanti, ovvero i giudizi conoscitivi che determinano i contenuti della sensibilità tramite le categorie dell'intelletto
- Riflettenti, i giudizi che riflettono sull'oggetto mettendolo in armonia con il soggetto e cogliendone così una finalità che dipende o dal soggetto (g. estetico) o dall'oggetto (g. teleologico)
Il giudizio riflettente quindi serve:
- a stabilire un ponte tra il mondo naturale (necessità) e il mondo della libertà (rivelato dalla volontà morale);
- a dare la risposta alla domanda: qual è il fine della natura? Che senso ha il mondo che mi circonda?