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Nazionalismo

3. Il Nazionalismo italiano

Il nazionalismo italiano affonda le proprie radici nell'esperienza del Risorgimento. Nella seconda metà degli anni sessanta dell'Ottocento assumerà connotazioni e forme politiche e culturali legate all'esperienza risorgimentale, dando vita al fenomeno dell'irredentismo. Tale fenomeno raggiungerà il suo massimo sviluppo agli inizi del secolo successivo. In questa fase il nazionalismo italiano si presentò come movimento delle classi borghesi in ascesa, appoggiato anche da intellettuali, artisti e letterati, fra cui spiccano le figure di Niccolò Tommaseo, Giosuè Carducci, e Gabriele D'Annunzio. Sotto il profilo organizzativo e politico fu importante la fondazione, nel 1910, ad opera di Enrico Corradini e Luigi Federzoni dell'Associazione Nazionalista Italiana. Il giornale Il Regno fu il primo organo ufficiale del movimento nazionalista italiano, cui seguì il settimanale L'Idea Nazionale, nel 1914 trasformato in quotidiano. Il nazionalismo svolse un ruolo importante in molti momenti della storia d'Italia postrisorgimentale.

Per i nazionalisti l'Italia deve avere una sua politica di ricongiungimento e deve recuperare le terre italiane ancora sotto il dominio straniero, con un programma che guardava al rafforzamento dell'autorità statale come rimedio contro il particolarismo politico, e la guerra per l'affermazione del prestigio italiano. Furono in prima linea come fautori dell'interventismo nella prima guerra mondiale. L'associazione si candidò come partito politico alle elezioni del 1913 e conquistò alcuni deputati. Dopo la fine della guerra, i nazionalisti alimentarono la campagna sulla "vittoria mutilata". Nel febbraio 1923 l'Associazione Nazionalista Italiana (ANI) si fuse con il Partito Nazionale Fascista (PNF), e da allora un'unità di destini la legò al fascismo italiano. Nel 2009, in Italia vede la luce una formazione estremista guidata da Gaetano Saya, denominata Partito Nazionalista del Popolo Italiano, che adotta come simbolo il Sole Nero, con una sorta di milizia di partito chiamata Guardia Nazionale.

In Italia, Spagna e Germania, il nazionalismo estremo giocò un ruolo fondamentale nell'elaborazione delle ideologie dei fascismi al potere. Il rapporto tra nazionalità, nazionalismo estremo e imperialismo dei regimi totalitari è stato al centro del dibattito storiografico post-seconda guerra mondiale.