Il mondo antico tra IV e V secolo
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Corso: | Liceo Italiano IMI di Istanbul (classi seconde) |
Libro: | Il mondo antico tra IV e V secolo |
Stampato da: | Utente ospite |
Data: | sabato, 23 novembre 2024, 09:16 |
1. Il Mondo antico tra IV e V secolo
Convenzionalmente si pone l'inizio del medioevo con la caduta dell'Impero Romano d'occidente, nel 476: l'ultimo imperatore Romolo Augustolo consegna le insegne imperiali a Odoacre (generale barbaro di etnia germanica).
Da molto tempo nel mondo antico era però già in atto una trasformazione frutto di tre ingredienti:
- la tradizione germanica
- la cultura romana
- la religione cristiana
1.1. I barbari
Fin dal I secolo l'impero aveva adottato la politica di accogliere nel proprio territorio le tribù di stirpe barbarica in modo da garantire la difesa delle zone di confine (soprattutto in Germania).
Col tempo la pressione ai confini si fece talmente forte che molte di queste tribù sconfinarono all'interno dell'Impero. Questi popoli erano nomadi, praticavano una agricoltura primitiva e si reggevano attraverso una democrazia diretta. La società in cui vivevano era divisa in clan, riconosceva la proprietà del bestiame mentre la terra era comunitaria. Solo in casi di emergenza nominavano talvolta un re.
In molti casi, non appena arrivavano in territorio romano, i capi delle tribù si convertivano al cristianesimo (anche se nella forma dell'arianesimo, che attribuiva al figlio un grado inferiore al Padre), per poter meglio essere accolte dalle popolazioni locali.
1.2. I Romani
La situazione critica dell'Impero Romano era caratterizzata dallo sviluppo abnorme dei centri urbani e dallo spopolamento delle campagne sempre meno produttive (e incapaci quindi di sostenere il fabbisogno delle città).
Il cibo doveva essere acquistato in Oriente e questo pesava molto sulle casse dello Stato e faceva aumentare molto il prezzo del cibo stesso, causando notevoli sofferenze delle popolazioni cittadine.
1.3. La componente cristiana
Nel 380 Teodorico aveva fatto del cristianesimo la religione ufficiale dell'Impero e questo si era diffuso prima nelle città interessando soprattutto i nobili. La Chiesa primitiva aveva quindi una struttura per cui la sua organizzazione coincideva con l'amministrazione imperiale.
Con il crollo dell'Impero i vescovi si trovarono di fatto a dover amministrare il loro territorio anche civilmente, sostituendosi alle autorità locali. Il vescovo diventa quindi una guida non solo spirituale ma anche civile per la popolazione che viveva nella sua diocesi. Questo loro ruolo fu ufficialmente riconosciuto dall'imperatore bizantino Giustiniano con la Prammatica Sanzione.
In questo periodo cominciò a diffondersi un tipo di vita religiosa che ebbe grande sviluppo: la vita monastica. Essa prevedeva il chiudersi in monasteri e seguire una rigida regola di vita che, di solito, aveva lo scopo di vivere al riparo dal mondo mondano (sempre più pericoloso) e cercando di imitare quanto più possibile la vita di Cristo (Imitatio Christi). In occidente la figura di spicco per questo movimento fu San Benedetto da Norcia, fondatore di Montecassino, fondatore della regola Ora et labora (Prega e lavora).
2. I regno romano-barbarici
Con la perdita della propria unità, l'europa occidentale si presentava divisa in diversi organismi politici indipendenti ma tutti nati dall'insediamento delle popolazioni germaniche e con loro incontro/scontro con le strutture amministrative romane.
2.1. Gli Ostrogoti
In Italia arrivò Teodorico re degli Ostrogoti.
Il suo arrivo fu salutato positivamente dalla nobiltà locale, allo scopo di mantenere il suo potere.
In Italia si trovano a convivere due diverse comunità (romani e barbari) estremamente diversi per cultura, religione e diritto. Teodorico fece di tutto per mantenere questa divisione e questa fu la causa del suo crollo.
Con la morte di Teodorico, 526, l'Italia sarebbe tornata in mano dei bizantini di Giustiniano.
2.2. Vandali e Visigoti
Vandali
Passando dallo Stretto di Gibilterra, i Vandali si stanziano sulle coste settentrionali dell'Africa (una delle province più ricche dell'Impero Romano). Anche i Vandali non riescono a integrarsi con i romani e le loro continue rapine e persecuzioni nei confronti dei cattolici ha fatto sì che il loro nome, alla storia, diventasse sinonimo di "distruttori". Anche il loro Stato fu conquistato dai Bizantini (534).
Visigoti
Insediati in Spagna, con capitale Toledi, i Visigoti riuscirono molto bene a integrarsi con la nobiltà locale. I Visigoti furono tra i primi popoli barbare a fissare per scritto le loro leggi. Nel 589 si convertirono al cattolicesimo e il loro strumento di amministrazione del regno furono i vescovi.
2.3. Franchi
Insediatisi in Gallia in diversi regni, furono poi inglobati nel regno di Clodoveo, capostipite della dinastia Merovingia.
Nel 498 Clodoveo si convertì al cattolicesimo favorendo velocemente una integrazione con la popolazione locale e anche qui permettendo ai vescovi di assolvere il ruolo di funzionari locali.
Alla morte di Clodoveo il regno fu diviso in 4 regni:
- Neustria (tra la Loira e il Reno)
- Austrasia (a est)
- Aquitania (ancora romana)
- Borgogna
La lotta per la supremazia del regno si concentrò solo tra Neustria e Austrasia e fu condotta dai maggiordomi dei re (ai quali questi ministri avevano di fatto tolto ogni autorità e per questo furono chiamati re fannulloni).
3. Bisanzio
A differenza della parte occidentale dell'Impero, quella orientale manteneva la sua unità e per farlo aveva indirizzato le popolazioni barbare (come Ostrogoti e Visigoti) verso l'Occidente. La capitale era Costantinopoli (o Bisanzio, suo antico nome), affacciata sullo stretto del Bosforo ed edificata sul modello di Roma (per questo fu chiamata per secoli la seconda Roma).
3.1. Giustiniano
Nel 527 (un anno dopo la morte di Odoacre) assunse il comando dell'Impero il generale Giustiniano.
Sul fronte interno diede notevole impulso alle attività commerciali sfruttando la strategica posizione di Costantinopoli e si dedicò alla riforma dell'apparato amministrativo. Il suo successo più notevole fu la riorganizzazione del diritto romano in una forma più organica: il Corpus Iuris Civilis.
Per quanto riguarda la politica estera si dedicò al recupero, per quanto possibile, dei territori occidentali:
- Africa settentrionale dei Vandali (534)
- Italia (553)
- Spagna meridionale (554)
In Italia condusse, con il generale Belisario, una lunga guerra contro i Goti che portarono miseria e distruzione ovunque. Una volta conquistata tentò di restituire all'Italia una amministrazione romana come precedente all'arrivo dei barbari (aumentando notevolmente le tasse e scontentando tutti).
Con la morte di Giustiniano tutte le sue conquiste occidentali furono perdute.
4. I Longobardi
Nel 568 arrivò in Italia la popolazione germanica dei Longobardi. Senza nessun contatto precedente con la civiltà romana, questo popolo ebbe un contrasto drammatico con la popolazione residente in Italia.
Provenienti dalla Pannonia (odierna Ungheria) furono guidati dal loro re Alboino. Il loro esercito si divideva in gruppi autonomi (chiamati Fara) e infatti la penetrazione dei Longobardi in Italia non fu unitaria. Alcuni arrivarono fino al Sud Italia (conquistando la città di Benevento) togliendo molti dei territori ancora sotto il dominio dei Bizantini.
Ma la lunga permanenza in Italia costrinse i sovrano Longobardi ad adattarsi alle abitudini romane tanto che un loro Re, Astolfo, non fece più nessuna distinzione tra cittadini romani e longobardi.
Arrivata però l'unità del regno, tentando di espandere i loro confini, i Longobardi si scontrarono con il papato e i suoi territori.
5. La nascita dello Stato della Chiesa
Il vescovo di Roma (il Papa) di fronte all'avanzare dei Longobardi e al venire sempre meno dell'autorità bizantina nei suoi territori, prese l'occasione al volo per porsi come difensore di questi territori.
La personalità di maggior spicco fu Gregorio Magno, papa dal 590 al 604. Difese con successo la città di Roma dai Longobardi e riorganizzò i suoi territori allo scopo di garantire sussistenza alla popolazione residente.
Con Gregorio il papa assunse per la prima volta il ruolo di guida della Chiesa di Roma nei confronti della Cristianità, auto investendosi del ruolo di unico portatore del potere universale, donatogli direttamente da Dio.