Papato e Impero
Lo sconto tra i poteri universali
Sito: | Meta-Apprendisti |
Corso: | Liceo Italiano IMI di Istanbul (classi seconde) |
Libro: | Papato e Impero |
Stampato da: | Utente ospite |
Data: | martedì, 3 dicembre 2024, 18:47 |
1. La Chiesa in crisi
All'inizio del XI secolo la Chiesa versa in una gravissima crisi.
L'autorità imperiale ha imposto una pesante tutela sulla Sede Apostolica e sull'episcopato in genere, sempre più coinvolto in occupazioni temporali e meno spirituali.
Il ruolo di vescovo viene sempre più affidato a persone interessate ad arricchirsi con tale ruolo e meno a persone di fede.
Non meno coinvolti sono gli appartenenti al cosiddetto basso clero (ovvero preti e arcipreti) spesso nominati dai Signori per esercitare un controllo sulla Chiesa.
Le cariche ecclesiastiche, per il loro valore economico (gli ecclesiasti godevano di molti privilegi e potevano riscuotere una sorta di tassa, la cosiddetta decima), ed erano oggetto, spesso, di vendita al migliore offerte (pratica chiamata simonia.
Un ulteriore problema morale del clero era il cosiddetto nicolaismo cioè la pratica di abbandonare il celibato e di praticare il concubinato (proibito per gli eccesiastici).
2. Verso il rinnovamento
Poiché la Chiesa non offriva, in questo momento di crisi, grandi speranze di salvezza, un tentativo di rinnovamento venne dall'ambiente monastico: molti cristiani cioè scelsero di vivere al di fuori della vita mondana rifugiandosi nei monasteri seguendo una particolare regola che li facesse vivere più similmente all'insegnamento di Cristo.
Un importante monastero fu quello di Cluny, monastero fondato per volere del Duca d'Aquitania, Guglielmo, che volle un monastero indipendente dagli interessi temporale dei signori e dei vescovi locali ma il cui capo (l'abate) facesse riferimento al solo Papa di Roma. La regola ebbe molto successo e molti furono i monasteri che nacquero in Europa sotto l'ordinamento di Cluny, rendendo questo ordine estremamente potente e influente. Molti degli abati di Cluny divennero in futuro anche papi (come Gregorio VII).
3. L'impero di Enrico II e Corrado II
Inizialmente lo spirito di rinnovamento fu incoraggiato dagli stessi imperatori. I successori di Ottone III si erano impegnati per una moralizzazione della Chiesa.
Il cugino di Ottone III, Enrico II, tentò di ricostruire il potere regale in Germania ma anche appoggiò i movimenti di riforma.
Il suo successore, Corrado II, per una più ampia affermazione del potere imperiale, per ottenere l'appoggio anche della feudalità minore, emanò la Constitutio de Feudis, con la quale rendeva ereditari anche i feudi minori (ricordiamo che i feudi maggiori erano già ereditari per effetto del Capitolare di Quierzy di Carlo il Calvo).
4. La lotta per le Investiture
Chi dette un enorme contributo per togliere la supremazia imperiale sulla Chiesa, da molti ritenuta la causa della crisi della Chiesa, fu il papa Gregorio VII, ex abate di Cluny.
Eletto nel 1073, approfittando della giovane età dell'imperatore Enrico IV, non potendo quindi usare il Privilegium Othonis, emanò nel 1075 una bolla che avrebbe creato molti contrasti con l'Impero: il Dictatus Papae in cui affermava la superiorità dell'autorità papale su ogni altro potere, compreso quello imperiale.
Nel 1076, con una Dieta a Worms, Enrico IV tentò di deporre il Papa (con la forza del Privilegium Othonis), ma Gregorio VII, in risposta, lo scomunica liberando tutti i vassalli dall'obbligo di fedeltà. come prevedeva il Dictatus Papae. In Sassonia i sudditi e i vassalli di Enrico IV si ribellano e per recuperare la loro fedelrà Enrico IV fu costretto a raggiungere il Papa a Canossa, dove si trovava durante il viaggio che lo avrebbe portato in Svizzera a eleggere un nuovo imperatore, dove aspettò tre giorni sotto la neve in segno di penitenza prima di essere ricevuto e perdonato dal Papa, perdono che gli permise di riacquistare i suoi poteri. Una volta tornato imperatore Enrico IV tentò ancora di deporre il Papa e nominò un altro al suo posto: Clemente III.
5. Il Concordato di Worms
Una soluzione al contrasto scatenato dalla lotta per le investiture fu raggiunto nel 1122 con il Concordato di Worms.
In questo concordato si stabilì il divieto da parte dei laici di influenzare le nomine dei vescovi, ma anche la libertà di nominare principi i vescovi che fossero già eletti.
Solo in Germania l'imperatore poteva opporsi alla nomina di vescovi a lui sgraditi.