Dall'economia curtense alla rinascita dell'anno Mille
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Corso: | Liceo Italiano IMI di Istanbul (classi seconde) |
Libro: | Dall'economia curtense alla rinascita dell'anno Mille |
Stampato da: | Utente ospite |
Data: | giovedì, 21 novembre 2024, 13:57 |
1. Economia (una definizione)
Economia è un termine greco che significa, alla lettera, "le regole della casa" (oikos nomos), dove per casa si intende "centro produttivo i cui abitanti hanno un solo interesse: la sopravvivenza".
L'economia ha un oggetto, infatti, che è la "Merce", ovvero il prodotto di un lavoro che permette di trasformare la natura per adeguarla ai nostri bisogni. Per questo diciamo che l'economia viene prima di tutto! L'uomo non può sopravvivere senza lavorare.
L'oggetto, abbiamo detto, è la MERCE.
Questa può avere due valori: di USO e di SCAMBIO.
Il valore d'USO è quello che determina chi usa la merce per soddisfare un suo bisogno, il valore di scambio quello che viene determinato in base a una trattativa tra chi possiede due merci e ognuna serve a chi non la possiede (lo scambio in pratica fa passare le merci da dove non hanno un valore d'uso a dove lo hanno).
Lo scambio può avvenire per BARATTO o tramite un intermediario che è il DENARO.
Se lo scambio tramite baratto è ancora qualcosa di naturale, lo scambio con moneta rischia di "pervertire" il senso dell'economica, perché il denaro rischia di essere non il mezzo ma il fine dello scambio.
2. Economia curtense
L'economia dunque è qualcosa che parla di qualcosa che l'uomo non può evitare: il come egli lavora!
L'uomo cioè non può non lavorare per vivere, ma nei tempi e nei luoghi, può cambiare il modo in cui egli lavora, o organizza il lavoro (infatti ricordiamo che nomos=le regole).
Fino all'XI secolo in Europa il modello economico più diffuso è quello "curtense".
Nel sistema curtense un signore divide la sua proprietà terriera (la curtis( in tre parti:
- la parte dominicia (dove risiede il signore=dominus)
- la parte massaricia (dove risiedono i contadini, i mansi, che lavorano la terra data loro in "affitto" dal signore)
- le terre libere
I contadini lavorano dunque la terra del signore e offrono loro due forme di pagamento in cambio (non essendoci in questo periodo la moneta, perché non necessaria in questo modello economico):
- una parte del raccolto
- ore di lavoro gratuite nella terra del signore (corvées)
Le terre libere invece sono terre a disposizione di tutti (boschi, laghi, pascoli) che permettono di proteggersi dalla fame anche in periodi di peggiori raccolti o carestie.
Questo modello economico è durato a lungo perché è un sistema che a suo modo "funziona": ogni curtis è infatti autosufficiente e produce tutto ciò che coloro che vi vivono necessitano. Non sono necessari, salvo casi eccezionali, scambi commerciali con le altre curtis.
3. Crisi del Sistema Curtense
Il sistema curtense va in crisi dopo l'anno Mille.
Per vari motivi (tra cui il miglioramento del clima), la produzione agricola aumenta notevolmente rispetto alle persone che devono sopravvivere (si crea cioè un surplus).
L'abbondanza di cibo crea un aumento della popolazione che porta ad un aumento delle terre coltivate (e quindi anche a eliminare le terre libere).
La diminuzione delle terre coltivate porta ad un miglioramento delle tecniche agricole per avere resi agricoli sempre più abbondanti (come aratro di ferro o rotazione delle colture).
Nelle campagne quindi si crea un effetto positivo per cui si crea sovrabbonza di cibo e di popolazione (quindi manodopera senza lavoro).
L'effetto di tutto questo non può che essere il tentare di vendere tutto ciò che viene prodotto in soprappiù rispetto alle esigenze (cioè che è di troppo ha infatti scarso valore d'uso ma può avere un alto valore di scambio).
Tra le campagne nascono prima dei mercati e poi dei veri e proprio borghi dove stazionano persone, i mercanti, specializzate nello scambio di merci che arrivano dalle campagne. Nei borghi si creano anche figure specializzate nella trasformazione delle merci (artigiani) e nuove figure professionali (architetti, notai, professori etc) che tutti insieme assumeranno il nome di borghesia.
Il sistema curtense dunque si apre agli scambi commerciali, ma questa è solo la prima trasformazione.
Se il successo di una vendita dipende adesso dal mercato (cioè da ciò che il mercante compra per rivenderlo altrove), nella campagna non si produrrà più ciò che serve per tutti (uso) ma ciò che al mercato serve (scambio) e si verifica il fenomeno cosiddetto della specializzazione delle colture.
La specializzazione ha notevoli effetti positivi per il mercato: prodotti migliori, a costi più bassi, portati in luoghi anche molto lontani (grazie al ritorno dell'uso della moneta), ma allo stesso tempo ha effetti negativi: l'equilibro economico è molto più fragile e basta una cattiva annata per una campagna per rendere la sua capacità di sopravvivenza molto debole (non avendo merci da vendere per comprare ciò di cui ha bisogno e che non produce più, come faceva al tempo dell'economia curtense).