I grandi scismi
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Corso: | Liceo Italiano IMI di Istanbul (classi seconde) |
Libro: | I grandi scismi |
Stampato da: | Utente ospite |
Data: | giovedì, 21 novembre 2024, 14:31 |
1. La cattività avignonese
Nel 1309 Papa Clemente V sposta la sede papale da Roma ad Avignone.
Sul perché di questo spostamento la causa più evidente è l'influenza che ha avuto Filippo IV, re di Francia, nella elezione del papa (Clemente era francese). Probabilmente fu effetto anche di un accordo che Filippo fece con una potente famiglia romana, i Colonna, che desideravano avere libera la loro città dalla presenza del Papa per meglio coltivare i loro interessi.
Ad Avignone si sono succeduti Sette papi, tutti francesi, fino al 1378 quando Gregorio XI decise di tornare a Roma a causa della Guerra dei Centi anni che c'era in Francia.
In questi 69 anni di permanenza in Francia la Chiesa attraversa un periodo molto buio della sua storia in quanto i papi si preoccuparono molto più dell'aumentare della loro ricchezza (uno di essi, Giovanni XX fu soprannominato Papa Banchiere) che della cura delle anime.
Dante chiamò questo periodo "Cattività avignonese" per evidenziare come la Chiesa fu prigionieria della monarchia francese.
2. Il Grande Scisma d'Occidente
Con il ritorno a Roma del Papa, dopo la lunga permanenza ad Avignone (1309-1777), alla morte di Gregorio IX, nel 1378, fu eletto per la prima volta da 70 anni, un papa italiano, su forte pressione dei cittadini di Roma: Papa Urbano VI. I vescovi che lo elessero (in maggioranza francesi) si trovarono in contrasto con lui e dopo pochi mesi elessero un nuovo Papa, questa volta francese: Clemente VII.
Il primo rimase a Roma, il secondo si trasferì ad Avignone e per un lungo periodo (40 anni) si ebbero due Papi.
Entrambi rivendicavano la loro autorità e difficile, da un punto di vista teologico stabilire chi lo fosse realmente, perché entrambi eletti dagli stessi vescovi (e quindi indirettamente dalla medesima ispirazione divina).
Nel frattempo i paesi europei si dividevano nell'obbedienza a uno o all'altro Papa di fatto approfittando della situazione per rafforzare le proprie chiese nazionali.
Nel 1409 si tenne un Concilio, a Pisa, per tentare di riparare lo scisma eleggendo un nuovo Papa: Alessandro V, ma i primi due non si dimisero e si ebbe quindi un terzo Papa.
La situazione venne risolta con il Concilio di Costanza, 1414-17, nel quale il nuovo Papa, Martino V, venne eletto unico Papa alla condizione di accettare le tesi del conciliarismo: ovvero riconoscere la superiorità del concilio rispetto al Papa, il quale cessa di essere l'unico interprete infallibile della comunità cristiana ma ne diventa solo una guida.
Il conciliarismo nasce da alcune riflessioni di Marsilio da Padova, teologo insegnate a Parigi, il quale riteneva il Papa non scelto per volontà divina ma scelto dai componenti la comunità cristiana e che quindi egli dovesse essere non il suo capo ma la sua guida. Importante per questo motivo che le decisioni riguardanti la Chiesa fossero prese da tutta la Chiesa, attraverso il Concilio, e non solo dal Papa.
Inutile dire che i papi hanno sempre avversato queste teorie per non mettere in dubbio la loro superiorà e hanno cercato di convocare i concili il meno possibile, nella storia.