L'Italia tra Tre e Quattrocento
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Corso: | Liceo Italiano IMI di Istanbul (classi seconde) |
Libro: | L'Italia tra Tre e Quattrocento |
Stampato da: | Utente ospite |
Data: | giovedì, 21 novembre 2024, 14:27 |
1. Due Italie
Mentre Francia e Inghilterra si trasformano in Monarche Nazionali l'Italia resta divisa in molti Stati.
Oltre a questo l'Italia era profondamente divisa tra nord e sud: al nord vi erano attività commerciali molto ricche, al sud invece si praticava l'agricoltura basata sul latifondo.
2. Lo sviluppo delle Signorie
I forti conflitti all'interno dei comuni italiani (tra podestà e capitano del popolo, tra magnati e lavoratori) provocano spesso, all'interno delle istituzioni, delle forti instabilità che hanno agevolato il passaggio ad una forma di governo più stabile: la signoria.
Il potere da parte di un signore poteva avvenire in modi e tempi molto diversi, da un comune all'altro:
- a volte poteva essere preso con la forza
- a volte il nuovo signore acquisiva ruoli previsti dalle istituzioni comunali e ne prendeva il ruolo svuotando di fatto la struttura comunale
Milano
A Milano si affermò la signoria dei Visconti, che nel 1395, con Giangaleazzo Visconti, ottennero il titolo di duca dall'imperatore tedesco. Con la trasformazione della signoria in Principato il titolo di signore acquista un riconoscimento ufficiale e diventa formalmente ereditario.
Alla morte di Giangaleazzo, nel 1402, il titolo fu infatti conteso dai figli. Nel 1412 divenne duca Filippo Maria Visconti, il quale dovette combattere numerose guerre con le vicine Firenze e Venezia per impedire il loro avanzamento nel territorio di Milano.
Filippo Maria morì nel 1447 senza eredi maschi e questo creò una crisi di successione. Tra i candidati al trono vi fu il Re di Napoli Alfonso V d'Aragona. I milanesi preferirono tornare alla repubblica e fondarono la Repubblica Ambrosiana (in onore del patrono San Ambrogio). Con la Repubblica però Milano si ritrovò nuovamente sotto attacco di Firenze e Venezia e fu chiamato in aiuto il mercenario capitano di ventura Francesco Sforza il quale, sposando la figlia di Filippo Maria, Bianca Maria, ottenne nel 1450 il titolo di Duca dando origine alla dinastia milanese degli Sforza.
Firenze
A Firenze il signore "di fatto" fu, dal 1434, Cosimo de' Medici, il quale però mantenne in vita le istituzioni comunali realizzando quella che si dice una cripto-signoria (signoria nascosta) ma di fatto controllandola e lasciando in eredità il ruolo di signore ai suoi figli e nipoti.
Cosimo muore nel 1464 lasciando la signoria prima al figlio Piero, fino al 1469, e poi al nipote Lorenzo de Medici, detto il Magnifico.
Venezia
Con l'arrivo nel Mediterraneo degli Ottomani, i guadagni dei veneziani dal traffico commerciale con le indie diminuì molto e gli interessi delle grandi famiglie si spostarono nell'entroterra, comprando soldati mercenari, e conquistando le città vicine. Al fine di impedire l'accesso alle cariche istituzionali delle nuove famiglie a Venezia con una legge del 1297, la serrata del Gran Consiglio, si chiuse l'accesso alle istituzioni repubblicane alle nuove famiglie, quindi di fatto lasciando il controllo del potere solo agli eredi delle famiglie che già ne facevano parte.
Il titolo di Doge, il capo della Repubblica, non era ereditario ma di fatto controllato quasi sempre dalla stessa famiglia, quella dei Manin.
Lo Stato della Chiesa
Nello Stato della Chiesa il re era lo stesso Papa in quale però non riesce a controllare tutto il suo territorio che era quindi amministrato ancora come una Monarchia Feudale. Durante la cattività avignonese, però, gli ultimi papi lì residenti si adoperarono per preparare il loro ritorno a Roma (avvenuto nel 1378) e lo fecero incaricando il cardinale Egidio di Albornoz di stilare le Costituzioni Egidiane con lo scopo di trasformare lo Stato della Chiesa in una monarchia assoluta che vedesse il Papa come sovrano.
Regno di Napoli
Il più esteso e comprendeva tutto il Sud Italia. A parte la città di Napoli (una delle più grandi d'Europa) quasi tutto il regno era campagna e vi dominavano come signori feudali di Baroni.
Il Regno di Napoli fu riunito a quello della Sicilia, creando un unico grande Stato, nel 1442 con Alfonso V d'Aragona.
3. Dalle guerre all'equilibrio
Per quasi un secolo tutti questi Stati furono in guerra tra loro ed essenzialmente per due motivi:
- Espansionismo del Ducato di Milano (ai danni di Firenze e Venezia)
- La contesa dei francesi e degli spagnoli per il controllo del Regno di Napoli.
A causa di queste guerra molto Stati più piccoli sparirono, ma quelli più grandi trovano una sorta di equilibrio militare: ogni volta che uno Stato ottiene troppa forza, gli altri si alleano per indebolirlo.
Al fine di mettere pace a queste lunghe guerre dove alla fine non vinceva nessuno, i 5 Stati più grandi decidono di firmare una pace: La pace di Lodi (1454), che dette vita alla Lega Italica che mantenne l'Italia in una pace (quasi) ininterrotta per 40 anni.
Campione di questa pace diplomatica fu Lorenzo de Medici detto il Magnifico, signore della Repubblica di Firenze.
4. Il mecenatismo e la nuova cultura borghese
In tutte le Signorie italiane si ha la tendenza, da parte dei grandi signori, di favorire lo sviluppo delle arti e delle lettere, accordando protezione economica a chi le coltiva: questa pratica prende il nome di mecenatismo.
Scopo della pratica è triplice, ovvero accordare gloria:
- a se stessi
- alla città
- a Dio
Gloria a se stessi perché le arti che venivano sviluppate portavano sempre il nome del loro committente e avrebbero garantito gloria imperitura anche a loro, oltre a chi le eseguiva. Diffondevano queste opere l'idea che chi si era arricchito e si era trovato alla guida di un principato era anche degno di farlo perché opera di grande sensibilità artistica e generosità.
Gloria alla città perché in esse, con la rinascita dei borghi e della classe sociale borghese, si impone la diffusione di una nuova cultura liberale che mostri che l'uomo, quando lasciato "libero" (e non in catene come voleva il modello degli ordini di Adalberone) è capace di grandi slanci, di creare ricchezza ma anche bellezza a vantaggio di tutti. Non serve nascere nobili per fare il bene della città e della comunità è sufficiente essere liberi.
Gloria a Dio perché destinatarie di queste opere erano quasi sempre chiese e istituti religiosi e altrettanto spesso i contenuti delle opere erano a caratteri religioso (in modo da educare il popolo analfabeta,si diceva). In questo modo il mercante che si era arricchito anche "rubando" qualcosa a Dio (cioè il "tempo"), restituiva a Dio qualcosa del suo furto, riabilitandosi.