Riforma e Controriforma
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Corso: | Liceo Italiano IMI di Istanbul (classi terze) |
Libro: | Riforma e Controriforma |
Stampato da: | Utente ospite |
Data: | mercoledì, 9 aprile 2025, 09:12 |
1. Lo scandalo delle indulgenze
Il bisogno di denaro spinse la Chiesa a commettere uno dei più famosi scandali del tempo: quello delle indulgenze.
L'indulgenza è la diminuzione della pena temporale, cioè del periodo da trascorrere in Purgatorio. Viene concessa dalla Chiesa in occasione di particolari eventi. Nel 1517 però Papa Leone X ha bisogno di soldi per costruire San Pietro a Roma e allora decide di mettere in vendita questa diminuzione della pena, trasformando la concessione delle indulgenze in una vendita.
In Germania il vescovo Alberto di Brandeburgo arrivò a offrire la vendita delle indulgenze come garazia ai banchieri per farsi dare un prestito. Per aumentare le vendire gli ecclesiastici arrivarono a dire che per salvare l'anima fosse sufficiente pagare. Furono queste affermazioni che scandalizzarono il monaco Martin Lutero.
2. Martin Lutero
Lutero non è stato il primo né l'unico riformatore della Chiesa ma, a differenza di molti altri, si è trovato al posto giusto, al momento giusto e con le amicizie giuste, e la sua riforma, che porta il suo nome, ha dato origine alla prima vera grande frattura della storia della Chiesa.
Lutero inizia la sua "carriera" clericale nel 1505, facendosi monaco nell'ordine degli agostiniani, a seguiti di una grave crisi religiosa. L'appartenenza ad un ordine agostiniano non sarà ininfluente per la sua futura formazione perché da Agostino apprenderà il problema del passo del Vangelo (Lettera ai romani di San Paolo, 1,17): "Il giusto vivrà per la fede", e cioè si interrogherà a lungo se, per la salvezza, sia sufficiente la fede (cioè quello che si è) o siano necessarie le "opere" (cioè quello che si fa)
Nel 1507 diventa sacerdote e nel 1508 professore di Teologia all'università di Wittemberg, fondata dal Duca di Sassonia Federico.
Nel 1510 si reca a Roma in rappresentanza dell'ordine a cui apparteneva. Il viaggio fu terribile. Lutero poté vedere da vicino il livello di corruzione della Chiesa (che poteva vedere anche in Germania, ma forse a Roma, alla corte del Papa, faceva più impressione).
Tutta la vita Lutero fu rappresentata dalla ricerca del senso della salvezza e da una Chiesa corrotta questa non ci si poteva aspettare. Ma nemmeno i singoli uomini potevano salvarsi da soli, essendo comunque troppo insignificanti di fronte la grandezza di Dio. In questi anni il suo riflettere su questi problemi fu interrotto dallo scandalo delle Indulgenze.
Quando Lutero viene a conoscenza del fatto che Alberto di Brandeburgo vendeva le indulgenze per pagarsi il titolo di Arcivescovo di Magonza scrisse 95 tesi con le quali spiegava il perché la Chiesa, con questa pratica, commetteva un grave errore: l'errore di far credere ai cristiani che la salvezza si potesse comprare e condannandoli così all'inferno. Pubblicò le sue tesi (affiggendole, secondo la credenza, alla porta della chiesa di Wittemberg) e la notizia di queste tesi arrivò fino a Roma, alle orecchie del Papa, Leone X. Leone X volle che Lutero di recasse a Roma a discutere le sue tesi ma Lutero, temendo di essere condannato a morte, come ad altri era successo, si avvalse della protezione di Federico, Duca di Sassona, per non recarsi. In quel momento Federico godeva di molto credito presso il Papa, in quanto era lui il suo candidato alle future elezioni imperiali, e il Papa accettò
Nel 1519 però, dopo la morte dell'Imperatore Massimiliano I d'Asburgo, il futuro imperatore non fu, come si pensava, Federico di Sassonia, ma Carlo V D'Asburgo (nipote di Massimiliano), già Re di Spagna, e la protezione su Lutero venne meno. Nel 1520 Leone emana una Bolla (Exsurge Domine) nella quale ordina a Lutero di ritrattare le sue tesi. Lutero rifiuta e Leone è costretto a scomunicarlo chiedendo al nuovo imperatore, Carlo V, di giudicarlo e condannarlo. La condanna a Lutero fu sancita durante la Dieta di Worms del 1521. Lutero però non fu ucciso perché rapito dal suo amico Federico e condotto nel castello di Wartburg.
3. La dottrina luterana
Durante la sua permanenza nel castello, Lutero ebbe tempi di elaborare la sua dottrina che consiste in questi semplici punti.
Sola Fide
In accordo al passo di San Paolo citato, la fede è l'unica garanzia di salvezza dell'uomo. Chi ha fede, essendo questa un dono di Dio, è già certo della sua salvezza. A nulla valgono le opere degli uomini essendo questi dei peccatori e infinitamente piccoli, nella loro volontà, in confronto a quella di Dio.Sola Scriptura
La volontà di Dio si trova tutta nei testi sacri e al fedele il compito di leggerli e interpretarli correttamente (e la fede è l'unica guida, in questo). A tal proposito scrisse in questi anni una traduzione in tedesco della Bibbia che ancora oggi è considerata la nascita della fede luterana.
Sacerdozio universale
Se la fede è sufficiente per la lettura dei testi sacri a nulla vale la distinzione tra ecclesiastici e laici. Non ci sono fedeli che possono interpretare la Bibbia più correttamente di altri. Ognuno è sacerdote di se stesso. Lutero al più contempla l'esistenza dei Pastori, ovvero laici a cui viene riconosciuto, dagli altri fedeli, il ruolo di guida spirituale. I pastori quindi sono "eletti" dagli altri fedeli e non rappresentano nessuna scala gerarchica.
Predestinazione
Se la fede è un dono di Dio ed è sufficiente per la salvezza, allora Dio sa già, all'atto della creazione, chi sarà dannato e chi sarà salvo.
Due regni
La teoria dei due regni sarà elaborata tra il 1524 e il 1525 durante la rivolta dei contadini (vedi più avanti) e sostiene che: durante la vita terrena è opportuno obbedire alle leggi dei principi, anche quando questi contravvengono le leggi di Dio, perché è sufficiente la fede per la salvezza e quindi durante la vita (che è solo un passaggio) è preferibile non creare il caos e le guerre civili ma obbedire e sopportare. Si potrebbe riassumere questa idea con la celebre massima attribuita ad Antifonte: meglio una cattiva legge che nessuna legge.
4. Le rivolte
Lutero sapeva bene che per il successo della sua riforma era fondamentale l'appoggio dei principi tedeschi (come Federico di Sassonia). Molti Principi infatti sostennero le sue idee perché vedevano in esse un modo per incamerare i beni della Chiesa e nello stesso tempo indebolire l'autorità dell'Imperatore Carlo (che si riteneva autorità superiore agli altri principi in nome del rinnovato Sacro Romano Impero).
Ma tra il 1522 e il il 1524 scoppiano in Germania due importanti rivolte, in nome di Lutero che misero Lutero in seria difficoltà.
La prima fu la Rivolta dei cavalieri. Costoro, in nome del Luteranesimo rinnegano l'esistenza della Chiesa e sperano, in questo modo, di ottenere in dote le ampie ricchezze che questa lascerebbe, in particolare numerosi feudi. Ricordiamo infatti che i cavalieri sono appartenenti alla piccola nobiltà privi di un loro feudo. Questa intenzione ovviamente era contraria agli interessi dei principi, loro feudatari, e la rivolta doveva essere stroncata. Lutero prese le difese dei principi sostenendo che la fede non insegna a cercare di ottenere dei vantaggi materiali.
La seconda fu la Rivolta dei contadini. Anche costoro si rivoltano in nome del luteranesimo in quanto, se vale il principio del sacerdozio universale, viene meno la Teoria dei Tre ordini di Adalberone, e allora non sono tenuti ad obbedire ai loro signori e la rivolta è una occasione per rompere le catene della loro servitù. A sostenerli ci fu anche il luterano Muntzer. Lutero però, per l'occasione, per non mettersi contro i principi, elaborò la Teoria dei Due Regni (vedi paragrafo precedente) e i contadini furono massacrati dai principi con il sostegno di Lutero. Muntzer ebbe parole di fuoco per Lutero che arrivò ad accusarlo di essere un traditore delle sue stesse idee. Lutero però ottenne che numerosi principi tedeschi sostenevano ancora le sue idee.
Nel 1529 Carlo V li convocò alla Dieta di Spira per concedere loro di essere luterani, se lo vogliono, ma di lasciare che i loro sudditi fossero Cattolici. I Principi ovviamente rifiutano (e per questo furono chiamati protestanti). Dopo altre due diete i principi si riunirono in una lega anti-imperiale, chiamata Lega di Smalcalda e fu l'inizio di una vera e propria rivolta contro il loro imperatore.
La guerra finì nel 1555 con la Pace di Augusta nella quale fu stabilito il principio del "Cuius Regio Eius Religio": ovvero il principe aveva la libertà di scegliere la sua religione (se cattolica o luterana) e i suoi sudditi erano obbligati a seguire la sua scelta. Quindi se un principe sceglieva il luteranesimo anche i sudditi sono luterani e i beni della Chiesa, in quel regno, potevano essere sequestrati e incamerati dal principe.
5. Giovanni Calvino
Tra i tanti riformatori che, ispirati da Lutero, tentarono una loro versione del luteranesimo (cercando di correggerne gli errori), spicca Giovanni Calvino, teologo e sacerdote francese trapiantato a Ginevra.
La chiesa calvinista fu fondata nella città svizzera nel 1540 e dei tanti principi dottrinari introdotti ne segnaliamo due particolarmente importanti:
- Un solo regno.
Viene rigettata la teoria dei Due Regni di Lutero che a parere di Calvino risulta addirittura contraddittoria: se Dio donando la fede dona ad un uomo la facoltà di comprenderne la volontà, può Dio stesso non desiderare che la realizzi? E se lo desidera, può il fedele fallire nelle sue opere? Evidentemente no, quindi l'idea che il fedele in vita deve obbedire a un principe anche se questi fa in senso contrario ai suoi principi di fede è una negazione dell'onnipotenza di Dio. Quindi non Due ma un Solo Regno deve essere realizzato: quello di Cristo e la politica non può essere separata dalla religione. - Doppia predestinazione ed Etica del Lavoro.
Condizione sufficiente per la salvezza è la Grazia di Dio (l'uomo non può salvarsi da solo, come diceva anche Lutero, perché è intriso di peccato) e questa si manifesta in due modi: con la fede (come in Lutero) ma anche (a differenza di Lutero) con la realizzazione delle opere di fede che ne sono una diretta conseguenza. Se un fedele è prescelto da Dio, Dio non ostacolerà le sue opere perché ostacolerebbe se stesso. Da qui se ne deduce che ci ha successo nella vita, chi realizza la propria volontà, ha con sé la benevolenza di Dio.
Questa idea, della Doppia Predestinazione, è stata il motore, in molti paesi dove si è diffuso il Calvinismo (Olanda, Ilghiterra poi Stati Uniti), della nuova economia borghese: si sostituisce all'idea che il borghese sia un parassiti, l'idea che invece il borghese che ha successo è un uomo che porta con sé il dono della grazia di Dio.
6. Controriforma Cattolica
Nel 1534 il nuovo papa, Paolo III, convinto da Carlo V, si decide di convocare un nuovo Concilio: Il Concilio di Trento.
Il 1534 è un anno molto difficile per la Chiesa Cattolica:
- il luteranesimo è diffuso in tutta la Germania;
- i principi tedeschi luterani sono riuniti in una lega anti imperiale e anti cattolica, la Lega di Smalcalda;
- il re cattolico di Francia è alleato con la Lega di Smalcalda contro Carlo V;
- in Inghilterra il Re Enrico VIII ha emanata l'Atto di Supremazia con la quale si stacca dalla Chiesa Cattolica per creare la sua Chiesa Anglicana.
Ci vorranno undici anni però, prima che il Papa si decida a organizzare questo Concilio, che si riunirà a Trento il 1545 e che durerà (con alcune pause) fino al 1563. Il Papa volle assicurarsi che in nessun modo si tratterà, in questo Concilio, del tema della superiorità del Papa (temendo nuovi slanci del Conciliarismo).
Gli argomenti da trattare dovevano essere solo due:
- La dottrina di Lutero (e per questo furono invitati anche teologi luterani, i quali però non risposero all'invito)
- L'organizzazione della Chiesa e la sua corruzione
Alla fine del Concilio, i risultati furono riassunti in una bolla (Benedictus Dei, di Papa Pio IV) che può essere sintetizzata così:
- Per quanto riguarda la dottrina luterana, essa è falsa.
- Per quanto riguarda l'organizzazione della Chiesa e la sua cattiva reputazione, si prendono i seguenti provvedimenti:
- Nessun Vescovo poteva accumulare più di una diocesi (cioè poteva essere vescovo di più città, come era successo ad Alberto di Brandeburgo)
- I preti dovevano, prima di esercitare, frequentare un seminario, una sorta di scuola che li preparasse alla verità della fede. Troppo spesso infatti i preti erano ignoranti più dei loro fedeli
- Viene istituito il Catechismo, ovvero la verità di fede scritta da l'unico uomo sulla terra che la possedeva: il Papa. Questa verità doveva essere diffusa e insegnata come l'unica verità possibile
Il Concilio alla fine ebbe effetti opposti a quello voluto: non riparò lo scisma luterano e anzi accentrò ancora di più il potere nelle mani del Papato a discapito di quello dei vescovi.