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La storia come scienza

Quando la Storia interpreta i dati non lo fa “a caso” ma come ogni scienza che deve interpretare dei dati lo fa cercando di metterli in connessione fra loro in modo coerente: fatte delle ipotesi in risposta agli interrogativi fatti, si cerca di dimostrarle trovando relazioni di causa/effetto tra i dati a disposizione. Le ipotesi danno origine, come in qualsiasi Scienza, a dei Modelli.

Sito: Meta-Apprendisti
Corso: Didattica della storia
Libro: La storia come scienza
Stampato da: Utente ospite
Data: giovedì, 21 novembre 2024, 12:46

1. Causa effetto

Spesso quando studiamo la storia siamo invitati a pensare (o a imparare) che tra due eventi debba sussistere una relazione di causa-effetto: succede un evento perché ne è successo un altro.

A parte il problema di stabilire quali siano gli eventi, la relazione di causa effetto è un problema ancora più grave perché non si limita alle difficoltà di interpretare un singolo evento a partire dall'interpretazione delle fonti, ma tenta addirittura di stabilire delle connessioni tra un evento e l'altro. Connessioni che possono essere altresì interpretate da fonti ma spesso anche solo da semplici calcoli logici.

Se anche nella scienza propriamente detta è possibile mettere in discussione lo stesso principio di causa effetto (a tal proposito si veda Hume), si può immaginare quanto sia facile criticarlo in una disciplina come la Storia. Non di meno però tale principio è inevitabile se vogliamo che questa disciplina svolga la sua funzione (descritta all'inizio di questo corso) e non sia un mero elenco di dati (fonti) di un passato che come tale non sarebbe più di nessuna utilità per l'analisi del presente.

2. L'arte aristotelica

Aristotele ebbe ad affermare la superiorità dell'Arte rispetto alla Storia.

Perché affermò questo?

Perché la Storia per Aristotele era, appunto, un elenco di dati (non messi in discussione) ma privi di qualsiasi connessione logica. 

L'Arte, invece, per essere tale, deve essere in grado di raccontare una storia che, a partire da certe premesse, ne deduca delle necessarie conclusioni. Nell'Arte la coerenza è fondamentale perché lo spettatore possa immedesimarsi nelle azioni degli attori in scena. E l'immedesimazione (mimesi) è possibile solo se quel che accade è verosimile, cioè plausibile, logico, appunto... e se quindi a partire da certe premesse posso anche prevedere le azioni in scena, posso riconoscerle cioè come "umane".

Oggi, la Storia, credo che possiamo intenderla più vicina a quella che per Aristotele era l'Arte:

date delle premesse (fonti interpretate), deduco delle conclusioni logiche che dovranno essere confermate (da altre fonti interpretate). La connessione logica è qualcosa però che metto io (Storico) e non si trova certo nelle fonti.

3. La volontà

Cosa rende una relazione di causa effetto plausibile?

Il fatto che riusciamo a immedesimarci nella volontà di chi ha commesso una azione allo scopo di raggiungere un determinato effetto.

Quando ricostruiamo eventi storici cercando di legarli tra loro non ci comportiamo in modo molto diverso da uno sceneggiatore di romanzi (storici) che stia attento a rendere coerenti eventi e azioni rispetto ai dati (fonti) che ha a disposizione.

Il risultato finale è una teoria sul come una griglia di eventi possa essere giustificata mettendo questi eventi tra loro in connessione.