La sinistra hegeliana
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Libro: | La sinistra hegeliana |
Stampato da: | Utente ospite |
Data: | giovedì, 21 novembre 2024, 12:18 |
1. Strauss
1835: "Vita di Gesù":
il racconto evangelico non è storia ma mito: trasfigurazione di un fatto storico con significato metafisico:
- principio cristiano dell'incarnazione vista in un uomo solo
- unione finito/infinito in tutta l'umanità
- vangelo e filosofia hanno gli stessi contenuti
Strauss studiò presso la Scuola Teologica di Tubinga sulla quale l'influsso hegeliano, riguardo la critica teologica e la critica biblica, era stato forte. Nel 1835 pubblicò la Vita di Gesù, dove sostiene che il racconto evangelistico non è storia ma mito. Il Vangelo non è una cronaca di fatti scientificamente vagliati, esso ci presenta il Cristo della fede in una trasfigurazione di fatti. Il Vangelo non è storia, è mito ma non leggenda, poiché in essa non vi è significato metafisico come nel mito. L'idea dell'unità di finito (uomo) e di infinito (Dio) è un mito Cristiano che deve trovare la sua espressione nella Filosofia, in grado di tradurre questa verità inadeguata in forma razionale. I cristiani hanno pensato che questa unità si realizzasse in un Individuo, il Cristo, l'uomo-Dio; e proprio qui sta ad avviso di Strauss il mito: nella credenza che l'incarnazione si fosse realizzata in un individuo storico e determinato. La realtà è che:
L'umanità è l'unificazione delle due nature, di infinito e finito, il Dio divenuto uomo.
2. Stirner
Alliego di Hegel, si ribella in nome dell'individualismo anarchico.
1845: "L'unico e la sua proprietà"
Negare Dio e l'Umanità in nome dell'individuo. irripetibile e misura di tutte le cose.
L'uomo non è un'idea né una essenza. L'uomo vale nella sua singolarità e non dipende da nessuno: "ho riposto la mia causa nel nulla", non si universalizza in una teoria.
Ideali politici, morali e religiosi = follia
Socialismo: libera l'uomo dalla schiavitù della proprietà privata ma lo fa servo della società.
L'unico entra in una associazione al solo scopo di diventare più forte.
Parola d'ordine: insurrezione.
Viene considerato come uno degli antesignani di movimenti quali nichilismo, esistenzialismo, anarchismo e soprattutto anarchismo individualista. Egli nega esplicitamente di sostenere una posizione filosofica assoluta, aggiungendo che dovendosi assegnare a un qualche -ismo sceglie che sia l'egoismo. Stirner chiaramente aderisce sia all'egoismo psicologico sia all'egoismo etico, le antitesi di tutte le ideologie più tradizionali e di tutti gli atteggiamenti sociali come lui li concepiva.
Stirner proclama che le religioni e le ideologie si fondano primariamente sopra delle superstizioni e di conseguenza denuncia come superstizioni il nazionalismo, lo statalismo, il liberalismo, il socialismo, il comunismo e l'umanesimo.
Stirner rimane ancor oggi al centro di un dibattito diffuso e animato: un'ampia letteratura secondaria compare in tedesco, italiano, francese e spagnolo, mentre in inglese vi sono solo interventi che sottolineano le interpretazioni anarchica ed esistenzialista del suo pensiero.
Stirner pone l’individuo al centro del mondo in quanto è già dotato di per sé di una sua assolutezza: anche la libertà deve essere assoluta in sé e per sé, se non lo fosse non sarebbe più libertà , non dobbiamo cercare di limitarla. Va da sé, però, che un siffatto modello di libertà non è praticabile, perché la libertà di un individuo non può coincidere con quella di un altro individuo. Sta, comunque, di fatto che la libertà può essere esclusivamente assoluta.
Il problema risiede nel trovare un compromesso tra libertà assoluta (impraticabile) e libertà determinata (che non è autentica libertà ). Stirner sceglie la libertà individuale: «si può perdere la libertà , ma la libertà spetta solo a noi», è una scelta momentanea che si presenta all’individuo in ogni momento della sua vita. L’individuo deve avere la proprietà della libertà , non basta dirsi liberi, '«io devo poter fare o non fare ciò che desidero»; a S. non interessa realizzare l’ideale della libertà , quello a cui punta è di avere la libertà , l’uomo diventa libero se riesce a sottoporre la libertà al proprio volere (non basta l’ideale).
La libertà deve liberare l’unicità quale dimensione autentica dell’individuo, la libertà così posta è teoricamente infinita e senza confini, io individuo e solo io posso sottoporla a dei limiti. La libertà così intesa si esplica al di fuori di ogni codificazione; è possibilità di essere, di avere, etc. Per sfruttare la mia libertà posso usare ogni mezzo, addirittura l’ipocrisia e l’inganno.
Dal punto di vista delle istituzioni politiche non vi può essere alcun rapporto tra istituzioni e libertà dell’individuo, il diritto, solo per il fatto di esserlo, si pone al di fuori della mia individualità (in quanto è stato elaborato con strumenti che esulano, appunto, dalla mia individualità ). I diritti mi sono stati concessi e non sono atto della mia libertà : basta ciò per considerarli un qualcosa che imbriglia la libertà ; non sono io che mi approprio dei diritti, sono un qualcosa che gli altri mi concedono, importa poco se questa concessione avvenga ad opera di pochi, uno o molti. Si tagliano, così, i ponti anche con una concezione politica ultrademocratica: è sempre un qualcosa di collettivo, a Stirner interessa invece l’individualità .
3. Fehuerbach
Hegel comincia con il concetto di essere, l'essere astratto, F. con l'essere reale.
L'essere astratto di Hegel ha accantonato i fondamenti e le cause naturali (divenendo vana speculazione).
1841: "essenza del cristianesimo"
Hegel aveva tolto il Dio trascendente e ad esso aveva sostitito lo Spirito (la realtà umana nella sua astrattezza). A F. interessa l'uomo reale (natura, corpo, bisogno), smarrito a causa dell'idealismo.
Negazione del teismo: non Dio crea l'uomo, ma l'uomo crea Dio.
L'unitù finito/infinito di Hegel non si realizza in Dio ma nell'uomo: la filosofia non può ridurlo a puro pensiero.
Non bisogna negare la religione (grande fatto umano), ma capirla: la coscienza che l'uomo ha di Dio è la coscienza che l'uomo ha di sé.
Religione: proiezione dell'essenza dell'uomo
Il nucleo segreto della teologia è l'antropologia: l'uomo sposta il suo essere fuori di sé prima di ritrovarlo in sé e avere coscienza della specie (homi homini deus est).
Perché l'uomo si estrania? Perché trova una natura insensibile alle proprie sofferenze.