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La formazione delle monarchie nazionali

Sito: Meta-Apprendisti
Corso: Apprendisti Storici
Libro: La formazione delle monarchie nazionali
Stampato da: Utente ospite
Data: venerdì, 5 luglio 2024, 00:26

1. Modello

Alla fine del IX secolo entra in crisi l'impero carolingio: da organizzazione unitaria dello Stato a molteplicità di centri autonomi del potere: singole famiglie, signori (laici, ecclesiastici) che gestiscono (giustizia, esercito, imposte) dai loro castelli.

Tutto questo produce una generale insicurezza in quanto i signori locali sono in perenne guerra tra di loro e per questo già dal XII secolo si registra la tendenza, sia da parte di nobili che di contadini, di sottomettersi a un re: supremo magistrati per la garanzia dei diritti feudali, comune a tutte le monarchie feudali (almeno fino al XV secolo). Il re in pratica firma un contratto con la collettività e se non lo rispetta viene deposto (caso di Edoardo III, 1327).

Il Re ha dunque un potere limitato. Per contrastare la supremazia di Papa e Imperatore cerca di accentrare su di sé altro potere, deve cioè combattere quei privilegi che come magistrato deve difendere.

L'occasione è fornita dalle guerre come casi di emergenza: "la guerra produce gli Stati e viceversa".

Caratteristiche della monarchia nazionale:

  • Accentramento del potere (politico, fiscale, religioso)
  • Territorialità
  • Stato come patrimonio

Il centro dello Stato la corte: da dove il re controlla 

  • L'esercito
  • Burocrazia
  • Diplomazia

Fondamentale in questo processo il consenso di ceti popolari e borghesi.


2. Formazione della monarchia inglese

I normanni sono una popolazione del nord scandinavo stanziato nel nord della Francia in cui Carlo III ha riconosciuto loro un territorio da loro amministrato e li ha fatti suoi vassalli (Ducato di Normandia).

Si convertono al cristianesimo ed entrano nel sistema feudale francese, senza perdere la loro tendenza all'esplorazione e alla conquista.

Una delle due direttrici di questa espansione avviene in Inghilterra (l'altra è in Sicilia).

Fino al 1066 governa l'ultimo dei Sassoni, Edoardo III il confessore. Alla sua morte l'erede al trono è il cugino, il duca di Normandia Guglielmo il quale invade il regno dei Sassoni e li sconfigge nella Battaglia di Hastings proclamandosi Re con il titolo di Guglielmo I il conquistatore.

La gestione del regno è fatta seguendo il modello tipico dei regni normanni: divisione del regno in contee[shires] (importando il feudalesimo francese) ma allo stesso tempo controllando il regno attraverso l'uso di funzionari pubblici: giustizieri e sceriffi.

L'elemento innovativo che Guglielmo portò in Inghilterra fu il censimento delle proprietà fondiarie, beni immobiliari, del bestiame, del numero dei vassalli e dei contadini, da cui scaturì la riscossione di tasse utilizzabili in imprese militari, il rafforzamento del legame fra centro e periferia e la frammentazione e la ripartizione dei possedimenti, con lo scopo di ridurre la forza e l'autonomia dei Baroni. I dati furono raccolti nel Domesday Book, una specie di registro catastale, scritto in latino sulla base di dichiarazioni giurate nei tribunali delle Contee, previa divisione dello Stato in otto circondari, il cui esame reddituale venne svolto da aristocratici, provenienti da zone diverse, e i cui risultati venivano elaborati a Winchester e conservati nel Tesoro

Con l'estinzione della dinastia normanna (con i brevi regni dei due figli Guglielmo II e Enrico II) sale al trono il primo dei Plantageneti (o Angiò): Enrico II Plantageneto.

Eredita il Ducato di Normandia, il Ducato d'Aquitania (dal matrimonio con Eleonora, figlia del Duca), e il regno di Inghilterra. Re inglese e possessore di circa i due terzi del regno di Francia (del cui re è vassallo).

Tra le attività che meritano di essere ricordate, nel 1164, le Costituzioni di Clarendon, che limitano fortemente l'autonomia della Chiesa in Inghilterra (imponendo la nomina di vescovi e abati e togliendo loro la giurisdizione speciale).

I successori di Enrico sono i figli Riccardo I Cuordileone e Giovanni I Senzaterra.

Quest'ultimo viene sconfitto a Bouvines (1214) da parte del re di Francia Filippo II Augusto. A seguito di questa sconfitta perde molti dei suoi territori in Francia (da qui il suo soprannome). A seguito della sconfitta è costretto a firmare, su pressione dei suoi lord, la Magna Charta Libertatum, carta che sancisce alcuni diritti che valgono ancora oggi nella Costituzione non scritta inglese:

  • Libertà dei mercanti
  • Habeas corpus
  • Giustizia garantita dai propri pari
  • Parlamento in caso di nuove tasse (inizialmente consiglio generale del regno, successivamente Camera dei Lords).

Per mettere un contrappeso alla camera dei lords, nel 1265, Enrico III, crea la Camera dei Comuni di fatto decretando la nascita del parlamento europeo inglese.

3. Formazione della Monarchia francese

Facciamo iniziare il lungo processo che porterà alla formazione di una monarchia nazionale in Francia con l'incoronazione (987) del conte di Parigi, Ugo Capeto, re di Francia e iniziatore della lunga dinastia dei capetingi (987)

Il regno di Francia, eredita dell'impero carolingio e rimasto fuori dalle vicissitudini imperiali, è una monarchia strettamente feudale dove il re controlla solo il suo feudo mentre per gli altri rappresenta solo una figura di garanzia e di arbitro.

Importante ricordare che il prestigio del re francese nasce anche dalla leggenda che esso, scelto dal Signore, avesse potere taumaturgici (poteri che permettevano di guarire con il semplice tocco delle mani).

Il principale artefice del rafforzamento della monarchia nei confronti dei propri vassalli si avrà con Filippo II Augusto
Filippo prima di tutto ottiene dal Papa l'affrancamento ufficiale dall'Impero tedesco (anche se era già indipendente di fatto) e diventa da "Re dei Franchi", "Re di Francia".
Grazie a una campagna militare contro i sovrani inglesi dei plantageneti (di fatto suoi vassalli) fino alla battaglia di Bouvines contro Giovanni Senzaterra (1214) recupera sotto il suo controllo la quasi totalità del possedimenti francesi sotto il loro controllo (ricordiamo che il padre di Giovanni, Enrico II controllare quasi 2/3 del Regno di Francia). Ai plantageneti resta solo il controllo di Bordeaux, ex territori del ducato di Aquitania.

La sua politica interna prevede un accentramento amministrativo introducendo figure di funzionari regi: balivi (per il controllo delle ricchezze della corona) e i prevosti, addetti alla riscossione delle tasse.

Il sovrano si avvale inoltre di nuovi organismi come Il consiglio del re, con il ruolo di tribunale supremo, e la camera dei conti che si occupa del controllo delle entrate del regno (un vero e proprio organismo fiscale centralizzato).

Per sostenere le spese derivate da queste riforme Filippo IV il bello impose le imposte anche al clero iniziativa che provocò un grosso scontro con il papato Bonifacio VIII.

4. I nuovi regni slavi

Tra X e XI secolo anche nei territori orientali dell'Europa, laddove l'attività di Carlo Magno non giunse, si formarono nuove formazioni politiche, i regni di Polonia, Ungheria.

La Polonia diventa regno nel 1024 con Boleslao I L'intrepido dopo essersi convertito al cristianesimo, liberandosi del rapporto vassallatico con Ottone III e con il riconoscimento papale.

L'Ungheria diventa regno grazie allo sforzo di Stefano I il Grande, anche lui convertito al cristianesimo e che ottenne il titolo di re la notte di Natale dell'Anno 1000 da Papa Silvestro II (il papa che fu scelto da Ottone III e di lui precettore). 
Le incursioni ungare verso la Croazia allo scopo di avere uno sbocco sul mare spezza la popolazione slava in due blocchi che resteranno tali anche nei secoli successivi: la zona balcanica e la zona mitteleuropea.


5. L'impero islamico e la reconquista spagnola

Breve storia dell'Islam

L'Islam (Abbandono a Dio) appare nel VII secolo nella penisola araba grazie alla diffusione operata da Maometto, l'ultimo profeta. Non l'unico profeta (prima di lui anche Adamo Abramo fino a Gesù, tutti mandati da Dio per richiamare all'obbedienza) ma colui che riceve direttamente da Dio le sue volontà poi trascritte nel Corano

Quella islamica è una religione monoteista dove Dio è unico e NON trino. Nessun intermediario tra Dio e l'uomo e quindi nessuna classe sacerdotale (ad eccezione dell'Imam per gli Sciiti). Solo la maggioranza dei dotti decide cosa sia ortodosso o meno.

L'Islam indica un credo e un modello comportamentale concreto (visione integrale del mondo terreno e ultraterreno) riassunto nei cinque pilastri

  • testimonianza di fede ("Non vi è altro Dio che Allah, e Maometto è il suo profeta")
  • 5 preghiere al giorno
  • elemosina
  • ramadan
  • pellegrinaggio

Alcuni aggiungo la Jihad, lo sforzo per migliorare sé stessi e la difesa dell'Islam.

Essendo una religione che impone una coerente conduzione della vita, non si può separare il potere politico da quello religioso (Costituzione di Medina) e quindi Maometto è anche capo di una comunità (Umma). 

Nel 622 conquista tutto l'ovest Arabia (con Mecca e Medina) e alla sua morte (632) la Umma è ereditata dai quattro califfi (magistratura non prevista nel Corano) con le conquiste di Siria-Palestina, Egitto, Mesopotamia e mezza Persia (fino al 661).

Dopo l'ultimo califfo il nuovo capo spostò la capitale dalla Mecca a Damasco; nel 674 pose sotto assedio Costantinopoli, e pose fine al califfato, in quanto dopo di lui la successione divenne dinastica, prima con gli Omayyadi, dal 661 al 750, poi con gli Abbasidi, dal 750 al 1258. 

El Andalus

In Spagna si trovano i Visigoti di Don Rodrigo che vengono invaso nel 711 con il berbero Malik. Di vittoria in vittoria i berberi occupano tutta la penisola iberica fino ai Pirenei. Vengono fermati sono a Poitiers (732) con Carlo Martello (nonno di Carlomagno).

Nel XI secolo la grande maggioranza della penisola è occupata dal Califfato di Cordova, importante centro della cultura islamica con efficiente struttura amministrativa e caratterizzato da una società multietnica e tollerante.

Nelle regioni settentrionali si erano mantenuti indipendenti dei piccoli stati cristiani che avevano dato vita ai regni di Castiglia, Navarra e Aragona, Barcellona e Leon. Regni arretrati sia politicamente che culturalmente ma in cui cominciano a manifestarsi la pratica delle cortes, assemblee rappresentative nelle quali potere regio, ecclesiastico e signorile cominciano a confrontarsi reciprocamente.

La reconquista

Nel 1031 con il crollo della dinastia Omayyade in Spagna, il Califfato si divide in vari principati, permettendo ai regni cristiani del nordi di tentare una avanzata a danno dei loro territori, verso Sud.

Nel 1212 una armata composta da castigliani e aragonesi sconfisse i musulmani nella Battaglia di Las Navas de Tolosa che permise la reconquista di gran parte della penisola iberica con la sola esclusione del Regno di Granada.