La Sinistra Storica al governo
2. I Governi Crispi
Nel 1887 Depretis, a causa della sua fallita avventura coloniale, viene sostituito da Francesco Crispi il quale, il consenso del re Umberto I, assume oltre alla carica di primo ministro anche quella di ministro degli esteri e dell'interno.
Francesco Crispi è uomo deciso e risoluto, quello che il re voleva per l'Italia.
Da fervente mazziniano (ha partecipato ai moti del 1848 ed era uno degli organizzatori della Spedizione dei Mille di Garibaldi) è diventato un sostenitore della monarchia che vorrebbe trasformare in qualcosa di ancora più autoritario.
Le sue riforme alternano leggi progressiste a scelte autoritario:
- Nel 1888 lascia che il sindaco venga eletto (prima era nominato) nel comuni con più di 10000 abitanti
- Allo stesso tempo estende il potere dei prefetti (delle province)
- Nel 1889 con la Legge Zanardelli abolisce la pena di morte
- Allo stesso tempo diminuisce i diritti sindacali e aumenta la polizia
La sua politica colonia è molto aggressiva e con il negus di Etiopia, Menelik, raggiunge un accordo noto come il Trattato di Uccialli con il quale si stabilisce (secondo la versione italiana, quella etiope era leggermente diversa) che l'Italia avrebbe occupato l'Eritrea e avuto protettorati su Etiopia e Somalia.
Crispi non fa in tempo a far valere il trattato perché il suo governo viene messo in minoranza e al suo posto, nel 1891, viene nominato Giovanni Giolitti, altro esponente della sinistra, ma più moderato.
Durante il governo Giolitti, nel 1893, scoppia una feroce rivolta in Sicilia (la rivolta dei Fasci Siciliani) che chiede meno tasse e più terra. A Giolitti viene chiesto di intervenire con la polizia ma lui rifiuta perché ritiene che le rivolte non vadano represse ma comprese nelle loro cause. Questa decisione lo farà etichettare come un debole.
Lo stesso anno torna Crispi che manda in Sicilia un esercito di 50.000 uomini e reprime la rivolta nel sangue.
In Etiopia Crispi chiedeil rispetto del trattato di Uccialli ma Menelik rifiuta il protettorato italiano e scoppia la guerra che porterà alla sconfitta dell'Italia e al massacro di Adua, con 7000 morti.
Nel 1896 Crispi si dimette.