Il dopoguerra italiano e l'ascesa del Fascismo

4. Il primo governo Mussolini, l’assassinio di Giacomo Matteotti e le leggi fascistissime

Nei primi anni di governo Mussolini cercò di realizzare il programma di normalizzazione del paese, assorbendo le camicie nere nella Milizia Volontaria per la sicurezza nazionale
In politica economica fu liberale e contrastò l’inflazione con una stretta sui salari e una politica deflazionistica.
Ma più importante fu l’azione progressiva di svuotamento delle funzioni democratiche del Parlamento e l’istituzione del Gran Consiglio del Fascismo, vero organo di governo destinato a far valere in Parlamento le esigenze del partito.
In questa prima esperienza di governo si ebbe anche la riforma della scuola ad opera del ministro e ideologo del partito Giovanni Gentile, il quale realizzò un impianto formativo fondato sul primato del sapere umanistico e sulla subordinazione di quello tecnico e scientifico.
Infine fece rapidamente approvare una nuova legge elettorale, la Legge Acerbo dal nome del suo estensore, che prevedeva un largo premio di maggioranza alla prima coalizione di partiti. 
Si preparava così a fare il pieno di consensi nelle elezioni che si tennero nella primavera del 1924 in un clima di violenza e intimidazione.
L’irregolarità del voto fu denunziata nelle prime sedute parlamentari dal deputato socialista Giacomo Matteotti, che per tutta risposta fu fatto sequestrare e assassinare dai miliziani per ordine dello stesso Mussolini. La reazione del paese fu forte sul piano emotivo ma inefficace su quello politico. La scelta dei principali partiti d’opposizione, con l’eccezione del partito comunista, di abbandonare il Parlamento per ritirarsi sull’Aventino (come era accaduto nell’antichità al Senato romano) fece il gioco di Mussolini, il quale sospese per alcuni mesi i lavori parlamentari e si ripresentò alla Camera, superata l’emozione del fatto, il 3 Gennaio, dove in un discorso violento assunse su di sé tutte le responsabilità e dichiarò l’intento di porre fine ai tentativi di opposizione.

Nei mesi successivi, tra il 1925 e il 1926, Mussolini promulgò una serie di leggi, le Leggi fascistissime che distruggevano ogni forma di libertà politica. Subì alcuni attentati e fece di conseguenza reintrodurre la pena di morte per il reato di attentato alla sua vita

  • Dichiarò sciolti tutti i partiti ad eccezione del suo, 
  • istituì una polizia segreta di stato (OVRA) e il Tribunale speciale per la difesa dello stato
  • istituì per i dissidenti politici il confino di polizia, una misura repressiva che stabiliva l’allontanamento dalla residenza e la rigida sorveglianza di chiunque si opponesse al regime
  • con il Concordato con la Chiesa cattolica e con l’approvazione della Carta del Lavoro (1927) il fascismo realizzò un controllo pieno e totale su ogni potere pubblico e sulla società.