Il dopoguerra italiano e l'ascesa del Fascismo

5. La realizzazione dello Stato totalitario

Al consolidamento del regime seguì la costruzione dello stato fascista, a partire dallo svuotamento delle vecchie istituzioni dello stato liberale. Al posto del Parlamento gradualmente acquisirono le maggiori funzioni politiche il Gran Consiglio del Fascismo e (dal 1939) la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, diretta emanazione del sistema corporativo derivato dalla Carta del Lavoro. 

Mutò anche la politica economica, soprattutto a seguito della crisi del 1929: la gestione liberista venne abbandonata e sostituita da una politica economica fortemente caratterizzata dall'interventismo statale. La politica finanziaria deflazionistica si basava su una stretta creditizia e salariale (riduzione del credito alle imprese e dei salari) e sulprotezionismo (barriere doganali, dazi, limitazione delle importazioni) che si trasformò in autarchia dopo le sanzioni dell'ONU a seguito dell'aggressione all'Etiopia nel 1936.

L'interventismo e il dirigismo pubblico in economia si concretizzò negli anni '30 con la creazione di industrie a partecipazione statale, quali l'IRI (Istituto per la ristrutturazione industriale) e l'IMI (Istituto Mobiliare italiano)

In questi anni il regime realizzò molti interventi di bonifica (Agro Pontino, Tavoliere e Basso Volturno) e fondò molti enti industriali per lo sviluppo, tra i quali AGIP e SNAM. 

Il meridione restò tuttavia in una condizione di profonda arretratezza, mentre la crisi globale spinse Mussolini a stringere i rapporti con la Germania di Hitler, a causa soprattutto della scarsità di risorse energetiche disponibili.