Cartesio
2. Il metodo
Il Discorso sul metodo esce come introduzione a tre saggi di fisica e matematica e si pone il compito di trovare una giustificazione e un fondamento di ogni scienza, anche matematica.
Nel primo capitolo afferma:
Il buon senso è la cosa meglio distribuita al mondo
dove con "buon senso" intende la capacità di giudicare (ovvero distinguere il vero dal falso)
ma non tutti ne fanno buon uso e chi non lo fa è solo perché non ha un buon metodo.
Arrivare a conclusioni diverse rispetto ai medesimi problemi significa aver seguito strade (e metodi) diversi.
Non importa quindi quanta intelligenza si abbia, l'importante è saperla applicare bene.
Cartesio racconta di essere uscito da uno dei migliori collegi gesuiti del suo tempo (La Fleche) ma uscito da lì numerosissimi sono stati i suoi dubbi sulla conoscenza acquisita. Guarda quindi con favore alla matematica e alla geometria perché, afferma, dotate evidentemente di un ottimo metodo che procede su basi solide lasciando niente all'incertezza.
Le regole del metodo che deduce da queste scienze sono quindi queste:
- Evidenza. Vere sono solo le idee chiare e distinte, quelle di cui non si può avere il minimo dubbio. Tutto ciò che può essere messo in dubbio deve essere rifiutato
- Analisi. Dividere un problema in parti elementare, fino a renderle evidenti
- Sintesi. Riunire le singole parti a ricostruire il problema di partenza
- Enumerazione. Controllo del procedimento effettuato per non tralasciare niente delle singole parti.
La prima regola evidenzia la sproporzione che esiste tra il nostro intelletto (finito) e la nostra volontà (infinita), sproporzione che è la prima causa dei nostri errori.