Cartesio
3. Res Cogitans
La ricerca della prima idea chiara e distinta sarà la ricerca del primo mattone su cui costruire tutto il nuovo edificio della conoscenza.
La prima regola del metodo dice che si deve rifiutare ogni idea che possa anche solo essere messa in dubbio. Viene quindi applicato quello che Cartesio chiama Dubbio metodico.
Ci si accorge presto, afferma Cartesio, che quasi tutte le idee sono siffatte: tutte le idee che vengono dall'esperienza, ad esempio, possono essere dubitate perché a volte i sensi ingannano e quindi possono farlo sempre.
Cartesio allora si interroga sulle idee matematiche, quelle che non vengono dall'esperienza e che apparentemente sembrano indubitabili. Ma qui Cartesio fa una operazione ancora più analitica: chi mi garantisce che quando faccia una operazione matematica non vi sia una sorta di genio maligno che mi inganna anche quando faccia dei semplici calcoli? Questo dubbio è quello che si chiama dubbio iperbolico. Di fronte all'applicazione di questo dubbio nessuna conoscenza evidente sembra possibile.
Ma la soluzione c'è ed è oltre che gnoseologica anche esistenziale: anche se dubito di tutto di una cosa non posso dubitare e cioè del fatto che sto dubitando. L'atto del dubbio è una certezza, da cui la celebre massima:
- Cogito (penso)
- Ergo Sum (dunque sono)
Oppure IO PENSO -> IO ESISTO e in particolare esisto come COSA PENSANTE (RES COGITANS)