Cartesio

5. Res Extensa

Dopo le prime due certezze, dunque, la terza: il mondo esterno. 

Ma cosa posso conoscere del mondo esterno: ovviamente solo ciò che è chiaro e distinto e questo non può essere quello che percepisco con i sensi (l'unica cosa evidente è l'esistenza della percezione stessa, quindi l'esistenza di quel mondo). Ma se dei contenuti della percezione prescindiamo da tutte le caratteristiche sensibili, cosa resta? Solo l'estensione che è invece una visione della mente.

Quindi:

  1. Per quanto sia importante l'osservazione a scienza si ottiene con l'intelligenza
  2. Poiché le qualità di un oggetto mutano, oggetto della scienza è solo l'estensione (la forma geometrica)

Il mondo dunque è res extensa (contrapposta alla res cogitans): coincidenza della materia con l'estensione (assenza del vuoto), quindi i singoli corpi sono solo parti di essa e quello che vedono i sensi è solo la variazione della forma data dal movimento dei corpi.

Tutta la scienza di Cartesio è ridotta a due principi che danno la struttura formale dell'universo:

  1. Materia inerte
  2. Quantità di moto costante

e tre leggi:

  1. Inerzia
  2. Moto rettilineo
  3. Conservazione del moto

Tali leggi garantiscono ordine e stabilità e rendono impossibile conoscere la causa finale.

Questa visione della natura prende il nome di meccanicismo: ogni corpo appartiene a una grande macchina priva di anima.