La sinistra hegeliana

2. Stirner

Alliego di Hegel, si ribella in nome dell'individualismo anarchico.

1845: "L'unico e la sua proprietà"

Negare Dio e l'Umanità in nome dell'individuo. irripetibile e misura di tutte le cose.

L'uomo non è un'idea né una essenza. L'uomo vale nella sua singolarità e non dipende da nessuno: "ho riposto la mia causa nel nulla", non si universalizza in una teoria.

Ideali politici, morali e religiosi = follia

Socialismo: libera l'uomo dalla schiavitù della proprietà privata ma lo fa servo della società.

L'unico entra in una associazione al solo scopo di diventare più forte.

Parola d'ordine: insurrezione.

Viene considerato come uno degli antesignani di movimenti quali nichilismo, esistenzialismo, anarchismo e soprattutto anarchismo individualista. Egli nega esplicitamente di sostenere una posizione filosofica assoluta, aggiungendo che dovendosi assegnare a un qualche -ismo sceglie che sia l'egoismo. Stirner chiaramente aderisce sia all'egoismo psicologico sia all'egoismo etico, le antitesi di tutte le ideologie più tradizionali e di tutti gli atteggiamenti sociali come lui li concepiva.

Stirner proclama che le religioni e le ideologie si fondano primariamente sopra delle superstizioni e di conseguenza denuncia come superstizioni il nazionalismo, lo statalismo, il liberalismo, il socialismo, il comunismo e l'umanesimo.

Stirner rimane ancor oggi al centro di un dibattito diffuso e animato: un'ampia letteratura secondaria compare in tedesco, italiano, francese e spagnolo, mentre in inglese vi sono solo interventi che sottolineano le interpretazioni anarchica ed esistenzialista del suo pensiero.

Stirner pone l’individuo al centro del mondo in quanto è già  dotato di per sé di una sua assolutezza: anche la libertà  deve essere assoluta in sé e per sé, se non lo fosse non sarebbe più libertà , non dobbiamo cercare di limitarla. Va da sé, però, che un siffatto modello di libertà  non è praticabile, perché la libertà  di un individuo non può coincidere con quella di un altro individuo. Sta, comunque, di fatto che la libertà può essere esclusivamente assoluta.

Il problema risiede nel trovare un compromesso tra libertà  assoluta (impraticabile) e libertà  determinata (che non è autentica libertà ). Stirner sceglie la libertà  individuale: «si può perdere la libertà , ma la libertà  spetta solo a noi», è una scelta momentanea che si presenta all’individuo in ogni momento della sua vita. L’individuo deve avere la proprietà  della libertà , non basta dirsi liberi, '«io devo poter fare o non fare ciò che desidero»; a S. non interessa realizzare l’ideale della libertà , quello a cui punta è di avere la libertà , l’uomo diventa libero se riesce a sottoporre la libertà  al proprio volere (non basta l’ideale).

La libertà  deve liberare l’unicità  quale dimensione autentica dell’individuo, la libertà  così posta è teoricamente infinita e senza confini, io individuo e solo io posso sottoporla a dei limiti. La libertà  così intesa si esplica al di fuori di ogni codificazione; è possibilità  di essere, di avere, etc. Per sfruttare la mia libertà  posso usare ogni mezzo, addirittura l’ipocrisia e l’inganno.

Dal punto di vista delle istituzioni politiche non vi può essere alcun rapporto tra istituzioni e libertà  dell’individuo, il diritto, solo per il fatto di esserlo, si pone al di fuori della mia individualità  (in quanto è stato elaborato con strumenti che esulano, appunto, dalla mia individualità ). I diritti mi sono stati concessi e non sono atto della mia libertà : basta ciò per considerarli un qualcosa che imbriglia la libertà ; non sono io che mi approprio dei diritti, sono un qualcosa che gli altri mi concedono, importa poco se questa concessione avvenga ad opera di pochi, uno o molti. Si tagliano, così, i ponti anche con una concezione politica ultrademocratica: è sempre un qualcosa di collettivo, a Stirner interessa invece l’individualità .