La Rivoluzione Francese

5. La Convenzione (1792/93)

20 settembre 1792: si insedia la Convenzione con 750 deputati divisi in tre gruppi:

  • Girondini moderati (a destra), portavoce del mondo degli affari (libero mercato) e dominanti l'assemblea
  • Montagnardi giacobini e cordiglieri (a sinistra), per le esigenze del popolo minuto. Sono per lo statalismo e il controllo di prezzi e salari. Controllano la Comune di Parigi e a loro volta si divisono in moderati (sì alla proprietà privata ma con controllo sociale) e comunisti (nazionalizzazione delle terre)
  • Pianura detta anche palude (al centro)

Lo stesso giorno viene vinta la Battaglia di Valmy che ridà forza al clima ideologico della rivoluzione.

Il primo atto della convenzione (21 settembre) è l'abolizione della monarchia e la proclamazione delle Repubblica. Si svolge un processo a Luigi XVI che, su spinta dei Giacobini e Robespierre, viene condannato a morte (condanna eseguita il 21 gennaio 1793.

Dopo Valmy numerose altre vittorie si susseguono (Savoia, Belgio, Reno) e in Convenzioni si discute se cessare la guerra (Robespierre) o esportare la rivoluzione per renderla più sicura (Girondini). Vince questa posizione e Belgio e Savoia vengono annesse.

La rivoluzione esportata suscita antipatie intellettuali e ostilità dei sovrani europei che si riuniscono in una prima coalizione antifrancese (1793-95) con Inghilterra, Prussia, Austria, Russia, Spagna, Regno di Sardegna, Granducato di Toscana, Stato della Chiesa, Regno di Napoli. Questa coalizione riesce a togliere alla Francia i territori annessi.

La situazione interna è ancora molto caotica per la crisi economica che provoca una scissione tra istanze popolari sostenute dai sanculotti (per il controllo del carovita) e istanze contadine.

In Vandea scoppia una rivolta antirivoluzionaria e contadini delusi si alleano a nobili e preti refrattari.