Nietzsche
4. Oltreuomo ed eterno ritorno
La morte di Dio è un trauma: non tutti gli uomini riusciranno a sopportare il peso ma solo chi avrà il coraggio di guardare nel vuoto che si è creato. Chi avrà questo coraggio sarà l'oltreuomo: colui che davanti ha infinite possibilità di senso libero, senza riferimento ad autorità culturali e morali. L'oltreuomo abbandona il cielo per godere la terra e il corpo.
Il peso più grande che deve sopportare è l'eterno ritorno: mancando Dioo manca il fine escatologico e ogni attimo senza una direzione, fine a se stesso.
L'oltreuomo deve saper vivere la vita ogni attimo, come se dovesse viverla infinite volte, sempre uguale.
- Nella concezione lineare del tempo il compimento del senso della vita è rimandato al futuro.
- Nella concezione ciclica ogni attimo contiene in sé il proprio valore e il proprio fine
Il senso della Storia coincide con l'uomo:
- polemica anti-cristiana
- polemica contro lo storicismo, l'idealismo, il positivismo che esaltano il divenire storico come sviluppo e progresso e paralizzano l'uomo ostaggio del passato
L'eterno ritorno può essere interpretato in tre modi:
- certezza cosmologica (materia finita, tempo infinito)
- ipotesi morale (agire come se tutto dovesse ripetersi)
- metafora (modo di essere dell'essere che l'uomo incarna nella misura in cui è felice)
In ogni caso rifiuto della concezione lineare del tempo come catena di momenti in cui ognuno ha senso in funzione dell'altro: mancanza di felicità in cui nessun momento è vissuto in modo autosufficiente.
Con l'eterno ritorno il senso dell'essere non è fuori dell'essere ma nell'essere stesso (il divenire innocente dionisiaco delle cose) ma si è disposti a vivere la vita come coincidenza di essere e senso.
Chi decide di vivere l'eterno ritorno non è l'uomo occidentale che soffre la scissione tra senso e esistenza ma l'oltre uomo. Ma chi è costui?
- L'individuo
- L'umanità liberata?
- Una élite?
Sicuramente è pericoloso farne un soggetto politico, idolatraia che lui stesso rifugge.