Lo spiritualismo e Bergson
2. Bergson - Saggio sui dati immediati della coscienza (1889)
Henri Bergson (1859-1941) è uno dei maggiori esponenti dello spiritualismo.
Una sua opera è "Saggio sui dati immediati della coscienza (1889)" nella quale studia le differenze tra tempo della scienza e tempo della vita:
- tempo della scienza, i cui istanti sono diversi sono quantitativamente (e quindi sono reversibili e ripetibili, pienamente distinguibili). È un tempo astratto, esteriore, spazializzato
- tempo della vita, i cui istanti sono diversi qualitativamente e irripetibili ("la ricerca del tempo perduto" è destinata al fallimento), sono istanti che si compenetrano tra loro. È un tempo concreto, interiore e si identifica con quella che Bergson chiama durata.
Nel tempo della vita ogni momento contiene tutti i precedenti e per questo è diverso da essi e allo stesso tempo irripetibile.
Il tempo della vita è fatto da istanti che si diversificano tra loro anche qualitativamente, momenti irripetibili che si compenetrano e si sommano tra loro. È qualcosa di concreto e interiore e si identifica con la durata.
Il tempo della vita è paragonato da Bergson a un gomitolo di lana o ad una valanga che crescono continuamente su se stessi: tant’è vero che nel linguaggio comune si dice ad esempio che cinque minuti possono sembrare, talora, «una eternità» o che un’ora è «volata». Immagini che rendono bene il concetto di conservazione totale e creazione totale, che caratterizzano il tempo della coscienza: non si può cancellare il passato e ogni momento risulta nuovo rispetto ai precedenti.