Lo spiritualismo e Bergson
3. Bergson - Materia e Memoria (1896)
In Materia e Memoria Bergson studia i rapporti tra Spirito e Corpo, distinguendo:
- Memoria, la coscienza stessa, che registra tutto anche inconsapevolmente (più oblio che ricordo)
- Ricordo, materializzazione di un evento passato, necessario all'azione
- Percezione, filtro selettivo dei dati (materia), ingloba soggettivo e oggettivo
Già Hume si era dedicato a questo problema concependo la memoria come il persistere attenuato della percezione iniziale, un po' come una molla che continua a vibrare sulla spinta del primo impulso. Bergson però, nota come secondo la scienza medico-psicologica questo rapporto tra percezione e memoria non viene riscontrato. Quindi ci deve essere un diverso rapporto tra percezione e memoria. Egli ritiene che la percezione sia un ritagliare un'immagine parziale della realtà percepita che dura per l'istante della percezione e che poi viene superata da altre percezioni, ritagli, della realtà. La memoria è invece l'accumularsi, lo stratificarsi dei ricordi, duraturo e sempre tutt'intero presente, indipendentemente dalla coscienza che si ha, e la cui dimensione temporale non è l'istante, come per le percezioni, ma la durata reale.
Il tutto è rappresentabile come un cono rovesciato:
- l'intersezione della punta con il piano rappresenta il presente;
- la punta del cono è l'istante della percezione del reale;
- la base del cono è il passato dov'è la memoria.
Come base (memoria) e punta (percezione) del cono costituiscono un tutt'uno, così il rapporto tra la percezione del reale (materia-punta del cono) e la memoria (spirito-base del cono): la presunta differenziazione di spirito e materia diviene ora un tutt'uno.