La Rivoluzione Russa
1. L'impero Russo prima della guerra
Fino a pochi anni prima della Grande Guerra, l'Impero Russo aveva raggiunto una enorme estensione, abitato da popoli molto diversi e poco integrati.
Da un punto di vista politico era ancora una monarchia assoluta sotto gli zar della dinastia dei Romanov.
Da un punto di vista economico era uno stato profondamente arretrato, al limite della sussistenza agricola.
L'unico imperatore che era riuscito a introdurre qualche riforma fu Alessandro II il quale nel 1861 abolì la servitù della gleba (lo stato in cui si trovavano i contadini, di fatto schiavi legati alla terra che lavoravamo per conto dell'aristocrazia) e realizzò la costruzione di alcune industrie, tutte nella parte europea dello Stato: Mosca, San Pietroburgo e Rostov.
Ma Alessandro II fu assassinato nel 1881 e i suoi successori repressero duramente ogni opposizione liberale.
Nel 1905, a seguito della guerra persa contro il Giappone per il controllo della Manciuria (regione cinese del nord), scoppiarono molti disordini che coinvolsero sia gli operai, che si riunirono nei soviet, sia l'esercito. Nicola II, nipote di Alessandro II, fu costretto a concedere la costituzione di un parlamento, la Duma, eletto da poche persone e con pochissimi poteri.
L'agricoltura era ancora praticata con mezzi molto scarsi ma tuttavia con l'abolizione della servità della gleba (1861) la proprietà di una parte delle terre su estesa a 20 milioni di contadini liberi. Grazie a questa riforma la produzione di frumento iniziò a crescere fino a superare quella degli Stati Uniti. I prezzi molto bassi di questo frumento permise una politica di esportazione dei prodotti agricoli in Europa e quindi la possibilità di creare un capitale necessario per l'acquisto dei macchinari per la formazione delle prime industrie.