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Di qui attinse maggiore stimolo per le sue convinzioni filosofiche e pare che egli si aprí la via piú nobile per la filosofia, in quanto introdusse e adottò i princípi della acatalessia (akatalepsía, cioè l’irrappresentabilità e incomprensibilità delle cose) e della sospensione del giudizio (epoché): questo primato gli viene attribuito da Ascanio di Abdera. Pirrone diceva che niente è bello né brutto, niente è giusto né ingiusto, e similmente applicava a tutte le cose il principio che nulla esiste in verità e sosteneva che tutto ciò che gli uomini fanno accade per convenzione e per abitudine, e che ogni cosa non è piú questo che quello.
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