Fai le tue domande ad Anassimandro, sarà felice di rispondenrti!
Interroghiamo i filosofi
Anassimandro
Secondo Anassimandro,gli uomini non sono esseri originari della natura,ma hanno tratto dai pesci la propria origine,quindi dall'acqua,mi aspettavo che questa origine fosse considerata più da Talete...quindi mi domando perchè Anassimandro pensò questo?
Anassimandro è felice di questa domanda! Mi ricorda che Talete è stato suo maestro e non sta bene contraddire i propri maestri. L'unico appunto che possiamo fargli, infatti, è che l'acqua sia una determinazione dell'apeiron (la sostanza unica che tiene il mondo in equilibrio) e l'uomo, a sua volta, non è che una determinazione di questo determinato. Poi, insomma, vorrebbe far notare che alla teoria dell'evoluzione ci aveva già pensato lui senza dover fare il giro del mondo come Darwin (e che ancora voi moderni fate fatica a prendere sul serio).
Anassimandro è compiaciuto per il dilemma anche se la domanda è mal posta: spazio e mondo non sono la stessa cosa. Se per mondo intende il "tutto" allora sia la terra che lo spazio intorno sono il mondo (e terra e spazio saranno dunque determinazioni dello stesso indeterminato). Sul perché la terra sia cilindrica, ci sta ancora pensando...
Anassimandro dice che il mondo è formato da contrari che tendono a sopraffarsi l'un l'altro.
A tal proposito mi chiedo: "perché gli opposti si attraggono?"
Anassimandro cerca di interpretare la sua domanda chiedendomi cosa intende con "opposti che si attraggono". Ho spiegato che è spesso un modo di dire intendendo "che due persone dal carattere molto diverso spesso sentono attrazione uno per l'altro, così come in natura poli opposti si attraggono mentre cariche dello stesso segno si respingono". A questa affermazione (sempre che io l'abbia riportata correttamente) Anassimandro prova a rispondere così: l'attrazione è dunque verso qualcosa che non si possiede, così come ogni determinazione sente di desiderare ciò di cui manca (e tutto ciò di cui manca è il suo opposto) per poter completare la comprensione del tutto, per completarsi. Due opposti però, per quanto non possano fare a meno l'uno dell'altro (un opposto non esisterebbe senza l'altro) allo stesso tempo non possono completarsi, per la stessa ragione (si annullerebbero come opposti e quindi si indeterminerebbero). Che tristezza...
Secondo Anassimandro gli uomini non sono gli esseri originari della natura, ma hanno tratto la loro origine da altri animali, i pesci. Allora i pesci da dove hanno origine?
Secondo Anassinandro il principio cioè l’arché ha origine nell’apeiron ovvero in un principio infinito e indeterminato, ma questo infinito deve pur essere nato da qualcos’altro e allora perché non dire che l’arché sia nato in un qualcosa che ha creato l’infinito?
Ad Anassimandro è venuto il mal di testa!
Arché è apeiron... apeiron è un attributo dell'arché, non si possono separare. Lo dice anche lui affermando che "il principio ha origine in un principio infinito"!
Non capisce perché l'infinito deve essere nato da qualcos'altro... non c'è altro oltre il tutto (ricordandosi che infinito qui è sinonimo di indeterminato che è sua volta sinonimo del tutto)
Anassimandro dice che ha già detto questo.
Lo ripeto io, sintetizzando, approfittando del fatto che ha usato la parola "logica", perché proprio di logica si tratta.
Ogni determinazione è tale perché rappresentata come una separazione di ciò che è determinato da tutto il resto. Quindi quella determinazione e tutto il resto, insieme, formano la totalità delle cose. Cosa hanno dunque tutte le cose in comune? Che sono determinate. Cosa rende possibile ogni determinazione possibile? Ovviamente ciò che ancora non lo è, quindi qualcosa che tutte le cose hanno in comune è "indeterminato". Da qui il principio è indeterminato (arché è apeiron).
Facile, no?
La nostra nascita rappresenta la nostra determinazione fisica del corpo. Quando arriva la fine della nostra vita,la morte torniamo a essere indeterminati. Il corpo muore, l'anima è infinita,torniamo all'origine, a prima della nascita, ma nella fase di indeterminazione dove ha esistenza la nostra anima?
Anassimandro non capisce cosa intende qui con "anima" ma cerca di interpretare e io di trascrivere.
Alla fine della vita di ogni determinazione, indubbiamente, essa torna nell'indeterminato (e quindi dà origine a una delle infinite possibile determinazioni). Questo ciclo vita/morte è continuo, riguarda ogni aspetto della realtà, senza interruzioni. Non ha molto senso parlare di nascita->morte come periodo distinto o discreto del continuo fluire della natura (nasciamo e muoriamo ogni momento), così come non ha molto senso parlare di anima come qualcosa che resta anche dopo la morte (perché altrimenti non sarebbe nemmeno possibile chiamarla morte, non di quell'ente almeno).
Anassimandro conosce un termine che forse può essere associato all'anima, ed è pneuma, polmone o soffio vitale, ma questa la possiede solo il Cosmo.
Anassimandro, definisce la sostanza unica e primordiale del tutto, "il principio"/ "Archè". Stabilisce che questo si trovi all'interno di un principio indeterminato/infinito, chiamato "Apeiron" e quest'ultimo viene già considerato da lui, quindi determinato da lui, come una " materia".
Riassumendo:
come può l'Apeiron essere considerato infinito e indeterminato se Anassimandro lo definisce già "MATERIA", che è un prodotto finito e quindi già determinato?
Anassimandro ci pensa un attimo (di solito deve farlo quando le domande non gli sono troppo chiare - e dobbiamo capirlo, a volte diamo per scontato qualcosa che per lui non è) ma è contento quando è costretto a pensare...
Se fornisco un attributo all'àpeiron (se quel che dico è vero, of course) è indubbio che quello è l'attributo del tutto, giacché apeiron è tutto e tutte le sue infinite possibilità (determinazioni). Quindi se affermo che l'archè è materia viene da sé che ogni infinita possibilità è materiale.
La materia non è un ente è solo un attributo.
Anassimandro evidentemente non concepisce niente che non sia materiale (e personalmente mi riesce difficile, almeno su questo, dargli torto, ma io non sono Anassimandro e quel che penso io qui conta poco).
Quale forza permette agli enti di determinarsi,e quindi nascere, dall' Apeiron che è indeterminato?
Credo che l'unica "forza" sia quella di colui che vede gli enti come separati dal suo apeiron quando in realtà niente può da esso separarsi.
La realtà è una ma il vederla separata è solo "iniziativa" di chi la vede così.
La separazione, dice infatti Anassimandro, è nel tempo ma nel tempo vi sono solo fenomeni... la legge (quella che ordina il cosmo per come è) è nell'eterno.
Nessuna forza, dunque, ma solo immaginazione.
Secondo Anassimandro l'ingiustizia è il determinarsi, esso vede la morte come lo sconto di una pena?
se secondo lei l'ápeiron è una materia indistinta, un principio infinito e indeterminato, può l'ápeiron essere magari paragonato all'amore? un sentimento che, se vero, non finisce?
Anassimandro non capisce (e questo a lui non piace)...
provo a tradurgli io il suo dilemma spiegandogli cosa è quell'amore di cui, forse, parla.
L'apeiron non è infinito, è senza un fine. Se l'amore fosse senza un fine (cioè fine a sé stesso) sarei anche d'accordo, ma l'amore è un desiderio di qualcosa che manca (come l'amore per Sophia), e l'apeiron non manca di niente (essendo il tutto).
Anassimandro dice che se determino "S" contemporaneamente determino anche "non S" e l'unione tra S e non S forma il tutto, perciò io determinando S creo una determinazione anche del tutto, ma se determino il tutto contemporaneamente determino anche ciò che non è e dopo il tutto non c'è niente, quindi come è possibile determinare qualcosa senza,contemporaneamente, determinare il tutto?
Se per Anassimandro l’archè era l’A PEIRON,allora per egli l’amore era indeterminato e senza confini?
Come ha fatto Anassimandro già a quei tempi ha ipotizzare che tutte le creature viventi derivassero dall’acqua???
Secondo lei l'archè è la peiron, quindi tutto è indeterminato, il tutto comprende anche la morte, allora perché la morte è una certezza quindi determinata?
Alla vista di "la peiron" Annassimandro se ne è andato sbattendo la porta!
Io non sono sicuro di aver capito la sua domanda. Provo a interpretare: poiché la morte è una determinazione che fa parte del tutto allora perché è una certezza? Perché non dovrebbe esserlo? Tutto ciò che nasce e muore, nel tempo, è sempre nel tutto. O ho capito male?
@Fantozzi
A parte "ha ipotizzare" con la H che ha fatto inorridere anche il povero Anassimandro, immagino che stia parlando dell'evoluzione. Perché questa era gente che usava il logos, mica scherzavano! Già il suo maestro aveva ipotizzato che l'acqua fosse il principio di tutto. Anassimandro abbassa il tiro affermando che l'acqua non può essere il principio di tutte le cose ma di quelle vive sì e quindi da lì l'idea che chi vive nell'acqua sia stato il primo organismo vivente. Non male, no?