Illuminismo

Nota la definizione di Kant "L'uscita dall'uomo dal suo stato di minorità che deve imputare solo a se stesso".

Molti concetti nati nel Rinascimento trovano compimento nell'illuminismo: momento iniziale e finale dello stesso processo, cioè sviluppo della nuova economia borghese e della sua cultura. 

Possiamo infatti trovare l'origine del pensiero in Inghilterra con John Locke (1632-1704), poi sviluppatosi in Francia (dal 1730) e in seguito in tutta Europa, seguendo lo sviluppo dell'economia borghese.

Questi concetti possono essere elencati come:

  • giusnaturalismo
  • contrattualismo
  • sovranità popolare
  • critica al principio di autorità

Si sostiene in generale, contro il principio di autorità, il diritto di sottoporre le concezioni sociali, politiche e culturali all'esame critico della ragione (sapere aude! diceva sempre Kant)

Fonda un nuovo sapere, il cui simbolo è l'enciclopedia (o "dizionario ragionato delle scienze e delle arti e dei mestieri). Si parte dalla conoscenza concreta (fondata sull'esperienza) e si cerca di riorganizzarla.

La corrente viene spesso riconosciuta come l'epoca della fiducia nella ragione, lo strumento di cui tutti gli uomini sono dotati, respingendo però la tesi razionalista di Cartesio che vede la ragione come unica e infallibile fonte di conoscenza. La ragione illuminista è una ragione limitata all'esperienza.

All'interno dell'illuminismo vi sono moltissime idee e correnti diverse ma tutte si allacciano alla cosiddetta Critica della tradizione e al principio di autorità, riconoscendo alla ragione il suo spirito critico.

Deismo, ateismo ed etica

Si sviluppa una critica alla religione rivelata proponendo una religione fondata sulla ragione che porta a una religione naturale che vede Dio come un architetto e che spogliandosi di tutti i dogmi prevede tolleranza per ogni fede (ricordando che essa è un fatto privato e non pubblico).

Esponente simbolo del deismo è Voltaire.

In seno all'illuminismo si sviluppa però anche una corrente atea (che sostiene che non è necessario credere in un Dio per avere valori morali che portino l'uomo a essere buono o a scegliere per la giustizia - cioè anche l'ateo può essere virtuoso) e l'anticlericalismo.

In generale mancano teorie etiche organiche ma numerosi denominatori comuni:

  • l'etica è indipendente dalla religione
  • dipende dalla natura umana
  • si lega alle dinamiche sociali
Politica

Politicamente l'illuminismo è liberalista: esistono dei diritti di Natura che il contratto che porta alla nascita della società deve rispettare per essere legittimo.

La maggior parte degli illuministi è comunque per una monarchia parlamentare e una rigida divisione dei poteri (Montesquieu). Vi sono anche casi di Democrazia diretta come quella di Rousseau.

Materialismo

In una fase più matura l'illuminismo tende ad assumere forme più legate al materialismo che non solo, su un piano morale, abbracciano l'ateismo ma che discrete ripercussioni modificano le teorie gnoseologiche più in voga nel 700.

Tra i primi troviamo Diderot che con "Una lettera sui ciechi" aderisce al materialismo avendo una visione della natura non statica ma in evoluzione.

Condillac propone il sensismo riconducendo all'esperienza anche alle operazioni mentali eliminando la distinzione tra sensazione e riflessione di Locke.

La Mettrie propone l'ipotesi dell'Uomo-macchina.

Ultime modifiche: domenica, 14 ottobre 2018, 18:32