La politica

Molti futuristi parteciparono nel dicembre 1914 alla fondazione del Fascio d'azione rivoluzionaria, di ispirazione interventista e sindacalista-rivoluzionaria. Dopo l'entrata in guerra dell'Italia si sciolse di fatto e molti esponenti poi aderirono al Partito futurista.

Il 23 marzo 1919 i rappresentanti dei "Fasci politici futuristi" e dell'Associazione degli Arditi partecipano, su invito di Benito Mussolini, all'adunata di Piazza San Sepolcro a Milano. In quell'occasione, in pratica, il Partito Futurista confluisce nei Fasci di combattimento, pur mantenendo una sua fisionomia propria. Dopo la sconfitta elettorale dei Fasci, nel novembre 1919, Marinetti perde gusto alla politica, e si adopera per trasformare Roma futurista in un giornale culturale, chiudendo "il monotono e abbruttente rubinetto di articoli politici". In realtà i futuristi non si sentono più a loro agio in un movimento fascista che sta diventando l'interprete dei possidenti agrari, riposizionandosi all'estrema destra. Il 28 maggio 1920, al secondo congresso dei Fasci, Marinetti polemizza vivamente con questa evoluzione ("Noi veniamo verso il Carso. Ma non andremo verso la Reazione!"), portando dalla sua parte, a suo dire, un terzo dell'assemblea. Il giorno dopo Marinetti (e altri rappresentanti futuristi) si dimettono dai fasci. Tre le motivazioni: il fascismo ha rinunciato alla pregiudiziale antimonarchica, all'anticlericalismo, e non ha mostrato solidarietà per "gli scioperi giusti". Marinetti si riaccosterà al fascismo qualche anno più tardi, in seguito alla marcia su Roma.

Oggi gli storici hanno rivalutato l'importanza dell'attività politica dei futuristi, che pur essendo una piccola élite ebbero un'importanza notevole nella primissima fase del movimento fascista. È significativo che i futuristi fossero tra gli organizzatori e animatori di uno dei primi episodi di squadrismo fascista in senso lato (l'incendio della redazione milanese dell'Avanti, il 15 aprile del 1919). Il futurismo, in Italia, era nato come reazione al culto per l'antichità e la tradizione. Anche in politica, l'obiettivo critico dei futuristi era rappresentato dalle istituzioni più tradizionali: la Monarchia e la Chiesa. Ma i futuristi si opponevano con uguale forza anche ai rivoluzionari socialisti o anarchici, rei di non aver voluto la guerra, "sola igiene del mondo". A questo punto l'alleanza con le organizzazioni di reduci (come gli Arditi) e con gli ex esponenti del "socialismo interventista" come Mussolini era quasi obbligata. Se in seguito l'alleanza si ruppe, fu soprattutto per il trasformismo di quest'ultimo.


Opera

Carrà, I funerali dell'anarchico Galli


I funerali dell’anarchico Galli, del 1911, è una delle prime opere futuriste di Carrà: emerge innanzitutto il forte dinamismo e la scomposizione del movimento, che ricorda da vicino l’analisi spaziale cubista. L’uso del colore, come esplicitamente teorizzato nel manifesto futurista di Boccioni, risente della tecnica divisionista di accostamento dei complementari. L’azione assordante e tumultuosa si propaga confusamente sulla tela, dove si riconoscono i contorni di figure umane a piedi e a cavallo che si fronteggiano su opposte spinte compositive, aumentandone il dinamismo. L’episodio rappresentato, di cui Carrà fu testimone, è quello dei tumulti che accompagnarono il funerale dell’anarchico ucciso durante uno sciopero generale nel 1904.


Last modified: Tuesday, 12 February 2019, 11:26 PM