Il Superomismo

 Il superuomo apre le porte a una nuova epoca. Questa nuova epoca, annunciata in Così parlò Zarathustra (Also sprach Zarathustra), è quella in cui l'uomo è libero dalle catene e dai falsi valori etici e sociali dettati dallo spirito apollineo e dalla filosofia di Socrate, seguendo invece lo spirito dionisiaco.

Il superuomo abbandona le ipocrisie dei moralisti e afferma se stesso, ponendo di fronte alla morale comune i propri valori. Egli identifica il ritorno al mondo del pensiero dionisiaco, guidato dalle passioni. Nietzsche è convinto dell'esistenza di un'unica vita terrena, legata alla corporeità fisica; l'uomo è dunque solo corpo e deve lasciarsi guidare dalle proprie pulsioni, lacerando così il "Velo di Maya" introdotto da Schopenhauer, ovvero la Volontà che opprime l'individuo.

Il superomismo, ossia l'atteggiamento di attesa di tipi umani superiori, non è stata comunque una novità assoluta introdotta da Nietzsche. Per esempio, già un autore amato da Nietzsche, Ralph Waldo Emerson, ispirandosi al culto degli eroi di Thomas Carlyle, parlava di una variegata serie di figure umane idealizzate come i "grandi uomini", gli "uomini rappresentativi", "il Poeta", il "Pensatore" il "semidio" ma anche l'uomo della potenza e della sovrabbondanza vitale, che Emerson chiamava plus man nel saggio Potenza. Probabilmente l'Übermensch nietzschiano è stato mutuato da quest'espressione

Nella sua opera Così parlò Zarathustra (Also sprach Zarathustra) Nietzsche spiega i tre passi che l'essere umano deve seguire per divenire superuomo (uomo del superamento):

  • possedere una volontà costruttiva, in grado di mettere in discussione gli ideali prestabiliti;
  • superare il nichilismo, attraverso la gioia tragica e il recupero della volontà di potenza;
  • perpetrare e promuovere eternamente il processo di creazione e rigenerazione dei valori sposando la nuova e disumana dimensione morale dell'"amor fati", che delinea un amore gioioso e salubre per l'eternità in ogni suo aspetto terribile, caotico e problematico.

Gabriele D'Annunzio per la stesura dei suoi primi romanzi si rifece molto al superomismo nietzschiano. Infatti molti dei temi toccati nelle opere dannunziane sono quelli della ricerca del protagonista nel diventare un asceta, un essere perfetto in grado di controllare la Natura, le passioni che provengono da essa, e perfino le passioni stesse che egli prova stando con le sue amanti. Un elemento forse che separa D'Annunzio dal superomismo di Nietzsche è proprio il fatto della relazione amorosa del protagonista "superuomo" con le donne. Non vi è opera nella produzione di D'Annunzio in cui il protagonista non sia solo senza una donna.

Ultime modifiche: mercoledì, 13 febbraio 2019, 18:31