Razionalismo vs Empirismo
Comprendere Kant significa primariamente aver chiare le posizioni dei "fronti" opposti che hanno determinato la filosofia tra 600 e 700 in Inghilterra e nel Continente:
Razionalismo e Empirismo.
In questa simulazione ogni studente assume in punto di vista di un filosofo specifico suddivisi in questi due fronti più alcuni pensatori liberi:
Razionalisti:
Empiristi:
Pensatori liberi:
Coordina la discussione Kant (interpretato dal docente)
L'argomento è la teoria della conoscenza e se si possa fondare la conoscenza come scienza, quindi universale e necessaria.
Svolgimento
Kant introduce il problema proponendo la distinzione tra "verità di fatto" e "verità di ragione", comuni a Hume e a Leibniz, mostrando come le prime siano feconde per la conoscenza ("la mela sul tavolo è rossa") ma che difficilmente siano universali, mentre le seconde siano universali ma che allo stesso tempo siano poco feconde (cioè non dicano niente di nuovo rispetto a una verità già acquisita con la conoscenza del soggetto del giudizio "i triangoli hanno tre lati").
Interventi
Cartesio: i sensi ingannano (il colore della mela sul tavolo è un accidente, dipende dalla luce, dal punto di vista, dai sensi dello spettatore), l'unica verità accessibile è quella della ragione.
Spinoza: aggiunge che tutto ciò che nel mondo può essere intuito fa parte di un "ingranaggio" che anche se esperito con i sensi deve essere, per "ragione", ricondotto a qualcosa di geometrico.
Leibniz: anche le verità di fatto hanno necessità di una "ragione sufficiente" per poter essere spiegate e ciò che è conosciuto per esperienza è a posteriori solo per l'uomo ma non per Dio (trovando l'accordo sia di Cartesio sia di Spinoza)
Agostino: se il mondo esiste possiede una verità profonda che risiede in chi il mondo lo ha creato e quindi a questa verità si accede solo per illuminazione divina che permette di conoscere le leggi della Natura per come sono pensate dal verbo divino (la Legge).
Platone: Anche senza la necessità di presupporre un creatore dell'Universo ("niente si crea e niente si distrugge") è indubbio che la verità si conosce solo attraverso il Logos che coglie le forme eterne della realtà, quelle che danno a essa un ordine e una pensabilità. Senza le forme tutto sarebbe caos indistinto.
Aristotele: Le forme sono però colte attraverso una intuizione su sostanze esistenti anche per la presenza della materia.
Locke: Per questo nessuna idea può essere nella mente che prima non sia nell'intelletto. La conoscenza parte sempre e soltanto dall'esperienza ma anche per questo, quindi, la capacità di cogliere l'essenza degli oggetti è preclusa alla mente umana che, al massimo, non può negare che esista qualcosa al di là dell'esperienza che la rende possibile.
Berkeley: Tutto ciò che possiamo conoscere del mondo esterno è quindi "appiattito" sulle percezioni. Esiste solo ciò che percepiamo. Il problema della coerenza del mondo esterno deve necessariamente essere demandato a Dio.
Hume: Se è vero ciò che dicono Locke e Berkeley anche la stessa "idea" di coerenza non può che essere una percezione e quindoi la credenza che il mondo abbia delle regole/leggi che possano essere pensate dipende solo dall'abitudine e il renderle vere solo dall'esperienza (quindi a posteriori). Le verità di ragione appartengono solo alla matematica pura. Le verità di fatto solo solo a posteriori.
Il dibattito si sposta quindi sulla necessità o meno di un principio che renda evidenti le idee e le leggi, ovvero Dio
Agostino ribadisce la posizione già espressa.
Cartesio ricorda la sua dimostrazione dell'esistenza di Dio.
Leibniz come Dio conosca già a priori tutte le verità di fatto.
Kant smonta la dimostrazione con l'esempio dei 10 talleri e quindi tutte le dimostrazioni a-priori dell'esistenza di Dio e salva solo quelle a posteriori.
Hume anche quelle a posteriori ricordando il rasoio di Occam
Kant deve ammettere che dunque la pretesa dell'esistenza di Dio come garante della conoscenza umana sia solo "il sogno di un visionario" e ringrazia Hume per averlo svegliato dal suo sonno dogmatico nel quale era caduto. E da questo risveglio ricomincerà a cercare.